Corriere di Verona

Ca’ del Bue, Urbaser lascia se Agsm paga 3 milioni

Le condizioni dell’impresa spagnola

- Lillo Aldegheri

Quanto costa uscire da Ca’ del Bue? Più o meno, 3 milioni di euro. Questo potrebbe essere il prezzo per uscire dalla morsa in cui il progetto sembra trovarsi oggi, stretto da un lato da una ditta (Urbaser) che ha vinto una gara e che chiede di andare avanti, e dall’altro lato dalle novità degli ultimi mesi in materia, con lo stop ai contributi statali e la riduzione dei rifiuti «bruciabili» nel termovalor­izzatore. Quel prezzo è giusto? A valutarlo sarà l’Agsm, alla vigilia di una decisione definitiva sull’incenerito­re.

Quanto costa uscire da Ca’ del Bue? Più o meno, 3 milioni di euro. Questo potrebbe essere il prezzo per uscire dalla morsa in cui il progetto sembra trovarsi oggi, stretto da un lato da una ditta (Urbaser) che ha vinto una gara e che chiede di andare avanti, e dall’altro lato dalle novità degli ultimi mesi in materia, con lo stop ai contributi statali e la riduzione dei rifiuti «bruciabili» nel termovalor­izzatore.

Quel prezzo è giusto? A valutarlo sarà l’Agsm, mettendo sui piatti della bilancia da un lato la cifra da sborsare e dall’altro, appunto, le novità emerse dopo la gara: la riduzione dei rifiuti utilizzabi­li e lo stop ai contributi Cip6, oltre a quanto emergerà mercoledì, a Roma, dalla pre-conferenza Stato Regioni che si occuperà di questi temi.

Ma da dove esce l’ipotesi di una possibile via d’uscita da tre milioni di euro? Per capirlo, bisogna ricapitola­re le puntate precedenti. Il cda di Agsm, venerdì scorso, aveva ascoltato dal direttore Gian Pietro Cigolini un’ampia relazione sul tema. E Cigolini aveva messo sul tavolo 4 ipotesi: andare avanti fino in fondo (nonostante dalla Regione arrivino segnali negativi, a partire dal limite di 150 mila tonnellate l’anno di rifiuti utilizzabi­li), oppure realizzare una sola linea di combustion­e, anziché le due finora previste, o decidere di fermare tutto con decisione unilateral­e, oppure, quarta opzione, trattare con Urbaser una conclusion­e concordata della collaboraz­ione. Urbaser, lo ricordiamo, è l’azienda spagnola che si è aggiudicat­a, dopo una gara pubblica, i lavori per realizzare il nuovo termovalor­izzatore.

Dopo quella gara, però, sono arrivati i nuovi limiti imposti dalla Regione (150mila tonnellate di rifiuti l’anno bruciabili, anziché le 190mila previste in precedenza). Il neopreside­nte di Agsm, Fabio Venturi, ha spiegato che l’impianto si farà solo se sarà economicam­ente convenient­e. E in ogni caso, bisogna rifare tutti i conti, partendo proprio da quel nuovo limite di 150 tonnellate. Su questo tema, nelle ultime settimane, è intercorsa una fitta corrispond­enza tra l’Azienda di lungadige Galtarossa e gli spagnoli. Il 29 luglio, Agsm spiegava ad Urbaser le novità emerse: niente incentivi dallo Stato, niente contributi CIP6, e soprattutt­o, col nuovo Piano regionale dei rifiuti, limite assoluto di 150 mila tonnellate l’anno di materiale utilizzabi­le. Di qui la richiesta di riformular­e, su queste basi, la proposta di progetto per l’impianto da realizzare.

Alla vigilia di Ferragosto, dalla Spagna arriva la risposta: dopo aver ricordato che c’è una vertenza aperta davanti al Tar, e dopo aver accusato Agsm di non essere andata avanti con le procedure previste dalla gara, Urbaser una nuova proposta la fa. E si dice disposta a rivedere il progetto, modulandol­o, come richiesto, sulle 150mila tonnellate e sulla mancanza di contributi statali. Ma pone una condizione precisa: quella che Agsm paghi immediatam­ente il 2,5 per cento del valore totale dell’investimen­to (che era previsto in 118 milioni di euro più Iva). Con una precisazio­ne importante: se Agsm sborserà subito quei 2 milioni e 950mila euro ( più Iva), « acquisirà - spiega l’azienda controllat­a da Florentino Perez, presidente del Real Madrid - la titolarità della documentaz­ione progettual­e predispost­a ed Urbaser rinuncerà a compensi e risarcimen­ti ulteriori». In pratica, a quanto è dato capire, tirando fuori quei tre milioni Agsm potrebbe tenersi il progetto per realizzare l’incenerito­re da 150mila tonnellate per poi realizzarl­o, se e quando deciderà di farlo, senza che da Urbaser arrivino altre pretese.

A questo punto, la parola torna al Cda di Agsm, che dovrà valutare se questa sia la strada da percorrere. Il che dovrebbe avvenire in tempi probabilme­nte abbastanza brevi.

150 mila tonnellate di rifiuti l’anno: è la quantità massima trattabile secondo la Regione

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L’impianto Un interno di Ca’ del Bue nella sua versione attuale: oggi funziona solo per la separazion­e dei rifiuti e la preparazio­ne del Cdr (combustibi­le da rifiuti)
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Presidente Fabio Venturi

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