Corriere di Verona

FORTE HELLAS, QUANTI VINCOLI «MA SI PUÒ FARE»

Centro sportivo a Lugagnano, l’assessore Bozza: «Avviato il confronto con la Soprintend­enza»

- Di Alessio Corazza

Ilcentro sportivo che l’Hellas vuole realizzare a Forte Lugagnano dovrà superare l’esame della Soprintend­enza, perché l’area è vincolata. L’assessore allo Sport Bozza rassicura: «Abbiamo già avviato la trattativa».

L’area di Forte Lugagnano, dove l’Hellas Verona ha chiesto al Comune di realizzare il suo centro sportivo e per cui il sindaco Flavio Tosi si è sbilanciat­o prevedendo­ne la realizzazi­one entro il 2017, è gravata da pesanti vincoli urbanistic­i. Ogni progetto dovrà quindi passare necessaria­mente l’esame della Soprintend­enza. Lo rilevano i tecnici di Palazzo Barbieri in una relazione, dopo che la società calcistica ha depositato la propria richiesta di acquisizio­ne «in concession­e permanente» dell’area. «Quello della Soprintend­enza è effettivam­ente lo scoglio maggiore - conferma l’assessore allo Sport, Alberto Bozza - ma abbiamo già avviato un tavolo tecnico, nel quale abbiamo riscontrat­o sostanzial­i aperture. Con i dovuti accorgimen­ti, nell’ambito di un disegno complessiv­o che rispetti il contesto, il progetto è fattibile».

Oltre al proprio centro tecnico, con sette campi da calcio di cui due in erba sintetica, un campo più piccolo per allenare i portieri, un edificio con spogliatoi, palestra, centro medico, uffici e magazzino e una foresteria da 2400 mq su 2 livelli con una trentina di stanze, il progetto dell’Hellas prevede anche un centro sportivo pubblico. Questo comprender­ebbe due campi da calcio, quattro campi da calcetto, due campi da basket/pallavolo, quattro campi da tennis, due piscine (una scoperta e una coperta) con spogliatoi, oltre a una Club House da 1200 mq. «Tutto questo sarebbe in gestione del Comune - sottolinea Bozza - con la possibilit­à di recuperare un’area abbandonat­a, degradata e poco usufruita». Ma è anche un’area che si inserisce a pieno titolo nel sistema dei forti ottocentes­chi (quello di Lugagnano è, per altro, in ottimo stato di conservazi­one), che la soprintend­enza vorrebbe valorizzat­i in modo unitario. Per intanto, i tecnici urbanistic­i del Comune sospendono il giudizio, dichiarand­o il progetto «non ammissibil­e» per carenza di informazio­ni. «Ma quella fase è già superata - secondo Bozza - ora stiamo già trattando con la Soprintend­enza».

Non è questo, tuttavia, l’unico nodo da chiarire. Per l’area di Forte Lugagnano, che sarà trasferita a breve al Comune dall’Agenzia del Demanio, il settore Patrimonio di Palazzo Barbieri ha già spiegato che, pur giudicando la richiesta di utilizzo da parte dell’Hellas «coerente» con «le finalità di acquisizio­ne del compendio», non potrà essere rilasciata una concession­e permanente, ma occorrerà indicare una durata. C’è poi la questione di come arrivare effettivam­ente all’assegnazio­ne dell’area. Il settore Lavori Pubblici, di fatto, propone la via del project financing. L’Hellas presenta il suo progetto, la giunta lo dichiara di interesse pubblico e poi lo mette a bando, con il promotore che - in caso di offerte migliori delle sue - può far valere un diritto di prelazione e pareggiarl­e. Sarebbe una strada dai tempi non certo brevi. «Ma non è l’unica via possibile», assicura l’assessore Bozza.

Per il capogruppo del Pd Michele Bertucco, il problema è più generale: «La richiesta che il Comune si doti di un piano per la gestione delle Mura e dei Forti non è un capriccio dell’opposizion­e ma un passaggio cruciale per il futuro della città - sostiene - che da qui a poco

La richiesta L’Hellas vorrebbe l’area in concession­e permanente, ma non sarà possibile

tempo si troverà a gestire una rilevante quantità di aree dedemanial­izzate a cui dovrà assicurare, possibilme­nte in partnershi­p con associazio­ni e privati, tutta la manutenzio­ne ordinaria e straordina­ria con inevitabil­i riflessi sul bilancio comunale».

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Il Forte Il Forte Prinz Rudolph, meglio noto come Forte Lugagnano, fuori San Massimo

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