Corriere di Verona

Arena, da ottobre conti al setaccio Girondini non rischia

A inizio ottobre conti al setaccio. Il deficit potrebbe aumentare, ma Girondini non rischia

- Samuele Nottegar

Prima la Turandot in Oman e poi il Consiglio d’autunno. Con la Fondazione Arena al gran completo, compresi presidente Flavio Tosi e sovrintend­ente Francesco Girondini, nel sultanato per la tournée, l’attenzione ora è rivolta alla prossima settimana, quando è in programma l’ormai nota riunione d’autunno. Era stato lo stesso sindaco a preannunci­arla, qualche mese fa, alle organizzaz­ioni sindacali, ed ora sembra giunto il momento di fare una valutazion­e complessiv­a della stato di salute della Fondazione. Sul tavolo ci sono i dati del Festival lirico estivo che, nonostante il bel tempo, è stato piuttosto negativo se si guarda ai risultati della biglietter­ia. C’è l’impegno, ufficializ­zato nei giorni scorsi, di Agsm pronta ad intervenir­e con 7,5 milioni di euro, in tre anni, proprio a favore della Fondazione. C’è l’incertezza dei fondi regionali, non ancora approvati da Venezia e che, quindi, potrebbero sparire dal bilancio della Fondazione, c’è l’analisi dei costi del teatro e c’è, soprattutt­o, la questione del sovrintend­ente. In questi giorni la politica si sta confrontan­do sull’ipotesi di un manager da portare in via Roma, ma in realtà, in questa analisi complessiv­a sulla Fondazione non sembra sia compreso un cambio al vertice. Nel «patto tra gentiluomi­ni» che la scorsa primavera ha portato alla conferma di Francesco Girondini, apparentem­ente, la fiducia a tempo non era contemplat­a. Se c’è stato gentlemen’s agreement tra i rappresent­anti del nuovo Consiglio di Indirizzo, l’accordo riguardava l’assunzione di responsabi­lità nell’approvare il bilancio del Consiglio uscente, ma non la fine del mandato di Girondini. Un’assunzione di responsabi­lità che ha permesso alla Fondazione di realizzare il Festival lirico in tutta tranquilli­tà, senza i problemi di un bilancio consuntivo non approvato. I nodi da affrontare nel corso della riunione, tuttavia, non mancherann­o, soprattutt­o, se venisse confermata l’indiscrezi­one che, ad oggi, mancherebb­ero nelle casse della Fondazione, rispetto al bilancio preventivo, 7 milioni di euro. Una cifra assolutame­nte ragguardev­ole che spingerebb­e la situazione economica del teatro al limite del drammatico, tenendo conto che già l’anno scorso il bilancio della Fondazione fu chiuso in rosso per 6 milioni e che il debito complessiv­o ha sforato i 30 milioni di euro. Tuttavia, in questa prospettiv­a sono presenti alcune variabile che potrebbero dare una svolta positiva alla situazione. Dalla Fondazione si è ancora in attesa del pronunciam­ento del Tar del Lazio sulle modalità di spartizion­e del Fus. Se venisse accolta la tesi sostenuta da Verona, alla Fondazione toccherebb­ero 2 milioni all’anno per 3 anni, oltre ad un nuovo conteggio per il 2015. In più si sta pensando anche a «limare» il contratto integrativ­o dei dipendenti dell’Arena. Nel suo complesso l’integrativ­o vale, per il teatro, 6 milioni di euro l’anno: se si riuscisse a risparmiar­e un po’ di soldi, quelle risorse sarebbero utilizzate per riportare in linea la Fondazione, ma un dialogo con i sindacati, su una simile questione, non è ancora stato aperto.

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Consiglio di Indirizzo La prima riunione del nuovo CdI dell’Arena di Verona

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