Lazise, funzionario a processo Ma lavora ancora in Comune
Gare «pilotate» e truffe all’ente, a giudizio con 4 vivaisti
Due prosciolti e cinque rinviati a giudizio. Dalle cronache venne ribattezzato caso delle «aiuole d’oro»; a Lazise ebbe l’effetto di un terremoto, con i carabinieri che si presentarono in municipio per notificare l’ordine d’arresto (ai domiciliari) al funzionario Giuseppe Zanini, 48 anni, allora responsabile dell’Ufficio tecnico.
Truffa ai danni del Comune, turbativa d’asta e abuso d’ufficio: oltre al funzionario, agli arresti finirono due vivaisti. Altri quattro imprenditori nel settore, inoltre, finirono sotto inchiesta. A distanza di due anni e mezzo, sono tornati tutti in libertà e Zanini nei mesi scorsi è già tornato a lavorare in municipio a Lazise seppure presso un altro ufficio. Ieri pomeriggio, l’intera inchiesta è finita al vaglio del giudice per l’udienza preliminare Rita Caccamo che ha rinviato a giudizio (inizio del processo davanti al Tribunale collegiale a dicembre) Zanini e gli imprenditori Marco Giambenini, coinvolto nell’inchiesta condotta dal pm Valeria Ardito per la fornitura stagionale dei fiori della rotonda di Lazise; Renzo Quarti, interessato dalle opere di sfalcio di banchine stradali e terreni accidentali; Roberto Capriani, implicato per i lavori di manutenz i one de l pa r co gi o chi ; Giovanni Gatto, chiamato a rispondere della manutenzione degli impianti sportivi di Lazise. Scagionati invece (e per i relativi episodi, scagionato di conseguenza anche Zanini) Gianluca Marchesini, assegnatario dei lavori di manutenzione delle aiuole fiorite e delle vasche ornamentali dei centri storici di Lazise e Pacengo, e Arsenio Mariotto, chiamato in causa nella veste di titolare della Omav. Fatti salvi questi ultimi due, in cinque dovranno quindi rispondere di presunti «accordi» nell’assegnazione dei lavori su parchi, giardini pubblici, banchine stradali.
Tutti di proprietà di quel Comune che risulta, ora, parte offesa dell’intera vicenda.