Tra assunzioni e pianta organica Grana precari sulla trattativa
La sentenza della Corte d’Appello obbliga a inquadrare a tempo indeterminato 4 artisti Ma sono una quarantina i casi in tribunale e il costo del personale va tagliato di 5 milioni
Tra assunzioni obbligate e nuova pianta organica. La grana precari, con la sentenza della Corte di Appello che obbliga a stabilizzare tre ballerini e un corista, si abbatte sulla trattativa che la Fondazione Arena sta portando avanti con i sindacati per arrivare a un taglio dei costi di personale stimato in cinque milioni di euro. E all’orizzonte c’è un’altra quarantina di cause in attesa di sentenza.
Venerdì una sentenza della Corte d’Appello di Venezia ha stabilito che quattro dipendenti della Fondazione Arena hanno diritto ad essere assunti con contratto a tempo indeterminato. Due di loro avevano già visto questo diritto riconosciuto in primo grado, per gli altri due è stata proprio la Corte di Venezia a stabilirlo. Il fatto che si tratti di tre ballerini e di un corista non è particolare da sottovalutare perché, più volte, è stata chiarita, da parte di Fondazione, la volontà di cancellare il corpo di ballo stabile che, fino a venerdì, era composto di soli 9 ballerini. La decisione della Corte d’Appello, che fa seguito ad una sentenza della Corte Costituzionale in materia di legge Bray, rischia però di creare un più che serio problema alle casse di Fondazione che già non godono di ottima salute. Il fatto è che almeno una quarantina di altri aggiunti e precari del teatro veronese sono in attesa di conoscere l’esito delle proprie cause intentate contro Fondazione al tribunale di Verona. Lo stesso tribunale, dopo aver rinviato la propria sentenza, ha dato appuntamento a maggio. Va sottolineato che di questi 40 precari che rivendicano il diritto ad essere assunti a tempo indeterminato, circa 25 sono ballerini. «La sentenza di ieri – sintetizza Dario Carbone, segretario Fials Verona – dà qualche certezza in più alla direzione circa l’orientamento giuridico con cui i tribunali stanno trattandola materia ». Tradotto: la direzione dovrebbe prepararsi ad assumere stabilmente una quarantina di persone. Sol oche, in un momento in cui Fondazione e sindacati si stanno confrontando sui numeri della pianta organica e, soprattutto, sull’obiettivo di risparmiare 5 milioni all’anno di costo del personale, queste assunzioni rischiano di complicare, e non poco, la trattativa. Da Fondazione, per adesso, nessun commento, ma è lecito pensare che, una volta che sarà definita la pianta organica del teatro con i numeri dei dipendenti, quella debba rimanere.
Il rischio è che i conti della Fondazione saltino completamente. Secondo Carbone, però, le nuove assunzioni non porterebbero ulteriori spese: «Già oggi – spiega Carbone – Fondazione Arena paga 26 ballerini, tra stabili e aggiunti. I ballerini in causa sono 25, ma una decina di essi sono in pensione o vicini a quella soglia. Le persone da assumere sarebbero quindi una quindicina che, sommate agli stabili di adesso, rappresentano esattamente lo stesso numero di persone che lavora in teatro».
Nel corso degli anni, però, il loro costo è destinato ad aumentare, tenendo conto degli scatti di anzianità, ma soprattutto, è un costo che non sembra essere previsto visto che Fondazione non pare intenzionata a mantenere un corpo di ballo stabile. Tuttavia, su questo punto, le organizzazioni sindacali sono compatte. In un comunicato diffuso ieri, le quattro sigle sindacali ribadiscono la propria soddisfazione per l’accordo raggiunto sul Teatro Filarmonico ma, entrando nel dettaglio della programmazione triennale, esprimono «amplia perplessità sulla carenza di aspetti innovativi nel programma proposto», così come sulla mancanza di definizione «circa la produzione di nuovi allestimenti». Ma soprattutto segnalano «l’evidenza di una programmazione che esclude totalmente il corpo di ballo». In pratica, non sarebbe prevista alcuna messa in scena per i ballerini e, anche questo, è un segnale.