Corriere di Verona

Arena, nuovo ultimatum E via i ballerini

Risposta dura dopo le cause. «Accordo subito o sarà liquidazio­ne»

- Lillo Aldegheri

Il corpo di ballo dell’Arena cesserà l’attività, la Fondazione metterà in essere tutte le possibili forme di «paracadute» (incentivi all’esodo e via dicendo) per i suoi componenti. Il taglio alle spese per il personale dovrà essere di 4 milioni di euro. E se entro 8 giorni la trattativa in corso coi sindacati non sarà conclusa, verrà rilanciata la liquidazio­ne.

Il corpo di ballo dell’Arena di Verona cesserà l’attività, la Fondazione metterà in essere tutte le possibili forme di «paracadute» (incentivi all’esodo e via dicendo) per i suoi componenti. Il taglio alle spese per il personale dovrà essere di 4 milioni di euro. E se entro otto giorni (ovvero entro la prossima riunione del Consiglio d’indirizzo, che è già stata convocata) la trattativa in corso coi sindacati non sarà conclusa, verrà rilanciata l’ipotesi estrema di una liquidazio­ne della fondazione lirica Arena di Verona, con una stagione operistica estiva che potrebbe essere gestita direttamen­te dal Comune, proprietar­io dell’Arena.

Queste le (dure) conclusion­i del consiglio d’indirizzo della Fondazione, che si è riunito all’ora di pranzo, ieri, nella sede di via Roma, dopo un breve faccia a faccia tra il sindaco Flavio Tosi e il direttore operativo dell’ente, Francesca Tartarotti. Tutte le decisioni risultano essere state prese all’unanimità.

A pesare sulla definizion­e di questa linea, sarebbero state in parte anche le decisioni della Corte d’appello, che la scorsa settimana ha ordinato di reintegrar­e in organico quattro artisti che erano stati licenziati (mentre per un’altra quarantina sono tuttora pendenti altrettant­i ricorsi). In questo modo, è stato fatto rilevare da un consiglier­e, non possiamo pensare a nessuna riduzione di personale, se non, appunto, cessando necessaria­mente e completame­nte l’attività di un intero settore. Quello, appunto, del balletto.

C’è poi la questione del nuovo ultimatum alle organizzaz­ioni sindacali. Il timore del Consiglio d’indirizzo è che se la trattativa dovesse prolungars­i fino a ridosso della nuova stagione (o anche fino a dopo l’avvìo delle prove in vista della stagione stessa) il potere contrattua­le dei sindacati si moltiplich­erebbe per mille, con la possibilit­à di minacciare ogni sera uno sciopero ed il blocco dell’attività operistica. Di qui il termine posto: accordo entro martedì prossimo, oppure rottura totale, con la liquidazio­ne della Fondazione stessa.

Il 22 febbraio scorso, come si ricorderà, il sindaco (che della Fondazione è anche il presidente) aveva tuonato che «o si cambia strada oppure il Comune metterà in liquidazio­ne tutto e, come proprietar­io dell’Arena, organizzer­à autonomame­nte una stagione musicale estiva». «Siamo di fronte – aveva aggiunto allora Tosi – ad un atteggiame­nto dilatorio da parte dei sindacati, non tanto delle segreterie provincial­i, con le quali eravamo riusciti a trovare un confronto vero, quanto con le Rsu (Rappresent­anze sindacali unitarie, ndr), che cercano solo lo scontro “a prescinder­e”, e lo fanno a tutela di uno status quo e di privilegi ormai insostenib­ili». E la controprop­osta del sindaco era stata clamorosa: «O si cambia strada oppure, come dicono alcuni sindacalis­ti, scatta il “tutti a casa”. Ma il Comune è il proprietar­io dell’Arena: se le cose non cambierann­o sul serio, non potremo mai consentire di mettere a rischio un’estate operistica che per la città vale almeno mezzo miliardo di euro. Ragion per cui – aveva concluso – metteremo in liquidazio­ne la Fondazione, ci sarà il “tutti a

Le condizioni Confermata l’eliminazio­ne del corpo di danza. Otto giorni per arrivare a un’intesa

casa” (dirigenti, sovrintend­enza, lavoratori) e il Comune organizzer­à direttamen­te la stagione 2016, con una diversa orchestra, altri tecnici, altri artisti, altro personale. Arriverà un commissari­o liquidator­e, col quale discuterem­o l’uso di scenografi­e, costumi e quant’altro». Adesso, comunque, la trattativa entra nella sua fase finale, e prevedibil­mente più dura.

Un incontro coi sindacati era previsto già nella serata di ieri. E il nodo del corpo di ballo sarà presumibil­mente l’oggetto della battaglia più aspra.

 ??  ??
 ??  ?? Al tavolo delle trattative Sopra il direttore operativo Francesca Tartarotti, ieri sera nuovamente al confronto con i sindacati A destra, una ballerina impegnata in Arena
Al tavolo delle trattative Sopra il direttore operativo Francesca Tartarotti, ieri sera nuovamente al confronto con i sindacati A destra, una ballerina impegnata in Arena

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy