Idee che cambiavano i destini «Esempio di impresa etica»
Poliedrico. Anche come imprenditore. Ha lasciato tracce ovunque, mutando condizioni e destini di luoghi, aziende e persone. E ognuno, da rapporti personali, ha tratto impressioni diverse di Angelo Ferro. Per Guglielmo Bedeschi, presidente del gruppo manifatturiero che porta il suo cognome, «era soprattutto un uomo perbene. Io lo conoscevo da ragazzo: uno leale, etico. Abbiamo fatto insieme delle operazioni, come col Gazzettino. Alla fine si è dimostrato un esempio di correttezza. Il suo capolavoro è stato l’Oic». Luigi Finco, presidente della Arneg di Campo San Martino (Padova), la vede così: «Era un uomo di idee. In Confindustria Padova, che ha guidato prima di me, dal 1981 al 1985, era riuscito a coinvolgere gli associati in varie iniziative. A quel tempo non era semplice, perché l’industriale era soprattutto un individualista. Ma lui era sveglio, attivo. E sospetto che mi abbia scelto lui, come successore». La pensa così anche Massimo Finco, attuale presidente di Confindustria Padova: «Un uomo illuminato, di straordinari valori e rigore morale, che ci ha dato con semplicità e coerenza l’esempio di cosa vuol dire etica del fare impresa». E poi, sempre per Massimo Finco: «Ferro ha creato un colosso dell’industria alimentare». Si tratta della Pavan, l’azienda fondata nel 1946 dai fratelli Nico e Mario Pavan e poi guidata da Angelo Ferro (presidente) e dal nipote Andrea Cavagnis (ad). Per l’ex direttore di Confindustria Padova Enzo Cojazzi «lui e il nipote avevano fatto di quell’impresa un gigante di comparto». Il effetti il gruppo aveva chiuso il 2014 sfiorando quota 160 milioni, in crescita a due cifre; un anno fa è stato acquisito da un’azienda controllata da un fondo di equity. «Ferro è stato un importante imprenditore» sintetizza il presidente degli industriali veneti Roberto Zuccato. E da Belluno, il presidente della territoriale Luca Barbini ricorda che «nel 1966 Ferro è stato uno dei sei membri del Comitato promotore per la ricostituzione del Gruppo Giovani Imprenditori, diventandone il Presidente fino al 1972».