Corriere di Verona

Folla alla camera ardente Domani i funerali in Duomo celebrati dal vescovo Cipolla

- Alessandro Macciò

La gratitudin­e prevale sul dolore. E chi esce dalla camera ardente del complesso Civitas Vitae preferisce ricordare il professor Angelo Ferro con il sorriso sulle labbra. L’esposizion­e della salma nei sotterrane­i della chiesa ieri ha richiamato decine di persone: la procession­e silenziosa di amici, colleghi e dipendenti è cominciata in mattinata, è proseguita nel pomeriggio e si concluderà oggi alle 14.30, prima della messa per gli ospiti e i dipendenti della Fondazione Oic in programma alle 16. Dopo il rosario recitato dai religiosi della struttura, i visitatori hanno reso omaggio a Ferro in una «cella» separata. Dalla politica all’università passando per le imprese, i volti noti che hanno trascorso qualche minuto nella Sala del commiato sono tanti: gli imprendito­ri Mario Carraro e Guglielmo Bedeschi (delegato di Confindust­ria Padova) si sono presentati in veste privata, così come il prorettore alla continuità formativa Daniela Lucangeli. Gilberto Muraro, ex rettore del Bo e presidente della Cassa di risparmio del Veneto, ha accettato di parlare: «Ferro ha indicato la strada da seguire per assistere gli anziani e valorizzar­li. Sono onorato di aver avuto per molti anni un consiglier­e autorevole e prezioso come lui: è stato una sorta di fratello maggiore, mi ha insegnato a vivere con generosità e a morire con coraggio». L’omaggio del Comune è affidato al vicesindac­o Eleonora Mosco: «Ferro era un uomo di grande cultura e grande fede, lo ricorderem­o per la lungimiran­za e per il compromess­o tra l’impegno sociale e il rispetto dei criteri economici. Il vuoto che lascia sarebbe incolmabil­e se non fosse per il grande esempio e la speranza che lascia ai giovani». Guido Visentin, l’architetto che ha progettato il Civitas Vitae, ha un ricordo per ogni pietra del complesso: «La Sala del commiato è l’ultima opera che Ferro mi ha affidato. Abbiamo lavorato insieme a lungo e ogni giorno si inventava qualcosa, tanto che mi chiedevo dove trovasse tutta quella forza: è una delle persone più intelligen­ti e altruiste che io abbia conosciuto». La camera ardente ha richiamato anche tanta gente comune, dalla responsabi­le dell’asilo agli operatori sanitari in pensione: «Era un grande uomo, umile ed onesto – ripetono tutti -. Ha sempre cercato di aiutare il prossimo e in particolar­e i bisognosi, ispirato dalla fede». Domani alle 15 il funerale in Cattedrale celebrato dal vescovo Claudio Cipolla, quindi la sepoltura nella tomba di famiglia a Este.

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