Corriere di Verona

Senza Paloschi il Chievo non segna più su azione

Buon pari col Milan, ma attacco sterile. Marazzina: «Serve tempo per ricalibrar­e il gioco»

- Matteo Sorio

Bastava un poco di cinismo e il Milan andava giù? Forse. Lo zero a zero di 48 ore fa lascia qualcosa in sospeso e tiene l’attacco del Chievo, a secco su azione dal 17 gennaio scorso, sulla corda di quella domanda lì.

Ai numeri: 6 tiri in porta griffati gialloblù contro i 3 di Bacca e compagnia, questo il dettaglio della domenica al Bentegodi. Il 35esimo punto stagionale del club della Diga (+3 rispetto alla 29esima giornata dello scorso torneo) si accompagna a una prestazion­e di personalit­à combinata col momento di stallo di una batteria offensiva in cerca d’autore.

E Massimo Marazzina, 41 anni, 159 presenze e 45 gol col Chievo fra 1996 e 2003, oggi commentato­re televisivo a «Quelli che il Calcio», prova a riflettere, da ex attaccante, sul

Cammino spedito I gialloblù di Maran hanno ora 35 punti, tre in più della scorsa stagione

contesto clivense attuale: «La mia idea è che una volta andato via Alberto Paloschi, il reparto offensivo abbia dovuto iniziare a ricalibrar­si. Per caratteris­tiche, Paloschi era uno che poteva “inventare” il gol, quasi andandosel­o a trovare da solo. Mentre punte come Meggiorini o Inglese hanno virtù diverse che sono esaltate dall’assistenza della squadra: al primo, per dire, serve giocare molto di prima con qualche compagno, al secondo vanno recapitati cross fatti bene. Anche Pellissier ti può creare la giocata se lo lanci in velocità. Sono tre esempi per raccontare di come il Chievo, adesso, debba basarsi ancor di più, in fase offensiva, sul collettivo e sull’aiuto di centrocamp­isti come Castro e Birsa».

È un Chievo che, in ogni caso, le occasioni le crea. «Il che è importanti­ssimo, ottimo segnale - fa Marazzina - dopodiché a volte serve un po’ più di precisione e lucidità nella fase di finalizzaz­ione » . Ed è un Chievo che, a oggi, gira sul +9 rispetto al Frosinone, terzultimo a delimitare la zona rossa. In pratica, l’addio a Paloschi è stato comunque tamponato e la marcia-salvezza non s’è interrotta.

Resta, come detto, quel dato: l’ultima rete su azione di un attaccante pandorato porta proprio la firma di Paloschi, 17 gennaio scorso, Chievo-Empoli. Da allora a oggi, ecco i marcatori finiti sul tabellino: Cesar (un difensore) contro la Lazio, a Torino sponda granata l’autogol di Peres e il rigore di Birsa, contro Sassuolo e Verona i penalty di Birsa e Pellissier, contro il Genoa la zampata di Castro e a Napoli il primo gol in A di Rigoni.

Il digiuno stava per romperlo Meggiorini, contro il Milan, non fosse stato per quel destro inoffensiv­o di fronte ad Abbiati, in contropied­e fulminante. Si torna nuovamente, allora, da Marazzina. «È chiaro che il Chievo sta cercando adesso anche un po’ di equilibrio per l’attacco del futuro. Ho già citato Meggiorini, Inglese e Pellissier. Poi c’è Mpoku, da valutare in vista della prossima stagione. E quindi Floro Flores. Lui ha girato tante squadre, conosciuto piazze importanti, la maturità ce l’ha. È arrivato a gennaio e, da ex giocatore, so quant’è difficile ambientars­i subito in un contesto già formato. Penso che questi mesi gli serviranno per conoscere il Chievo. Poi, nel domani, Floro si rivelerà sicurament­e un ottimo rinforzo».

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Tentativo Un calcio di punizione di Pepe domenica contro il Milan

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