Storie, prodotti e laboratori Al «Despar festival» tra showcooking e ricette
Non è la cucina della rinuncia, del sacrificio. Non c’è traccia di un’alimentazione che martirizzi le papille gustative, come capita in certe correnti estreme tanto in voga oggi.
Il cibo resta un piacere, ed è già una buona notizia: l’importante è l’equilibrio delle componenti, per non affaticare il pancreas e altri organi deputati a garantire un’esistenza di benessere. L’idea di base è il piatto unico. Lo schema è questo: 25% di proteine animali e vegetali, 25% di carboidrati integrali e 50% di carboidrati di verdura e frutta. «Gli integrali – afferma lo chef Stefano Polato – grazie alla crusca, riducono la glicemia. Le fibre, da questo punto di vista, funzionano, altrimenti col tempo si rischia il diabete. Quanto alle proteine vegetali, è vero che mancano tra aminoacidi propri di quelle animali, ma aggiungendo i giusti carboidrati vegetali si mette a punto la catena». Quanto ai lipidi, « quelli vegetali sono grassi buoni: olio di semi di lino, di oliva, la frutta secca, i semi oleosi».
Le spezie, poi, vanno bene: «La loro funzione antiossidante e antinfiammatoria è un fatto dimostrato dalla scienza » . Facciamo dunque un esempio di piatto unico. Pesce azzurro, come sgombro o salmone al forno. Poi cereali integrali, come il riso venere, e tanta verdura. Un bicchiere di vino, va bene. Il caffè, senza esagerare. E inoltre, ci sono delle bibite molto buone, come la bevanda di mela, pera, zenzero e rucola. Il fatto è che lo chef Polato, da oggi a venerdì, nel contesto del «Despar Festival 2016 Il nostro meglio per tutti», al Centro culturale Altinate - San Gaetano di Padova, terrà ogni giorno dalle 18 alle 19, insieme agli specialisti nell’alimentazione Filippo Brocadello e Lucio Parello, showcooking per sperimentare le migliori combinazioni alimentari. Workshop gratuiti con degustazione.
Organizza il tutto Casa di Vita, testata online del «Progetto salute Despar». Sabato, invece, il «Di Vita Day», con Filippo Ongaro, uno dei pionieri europei della medicina funzionale e anti-aging. Storie e esperienze su come e perché adottare uno stile di vita consapevole. Ma poi, nel percorso a tappe del Despar Festival (blogger station, area benvenuti, area il nostro meglio, per tutti, sapori del nostro territorio, casa di vita e le buone abitudini) l’area vincente, in fatto di pubblico, è quella dei prodotti locali.
Saranno le soppresse dei castelli grandi come proiettili di artiglieria navale, le forme di formaggio Piave, i prosciutti di Montagnana, gli asparagi di Padova o quelli bianchi di Badoere, il radicchio spadone, la pasta, le torte, le confetture di Asiago, il vino, l’olio del Garda, ma la gente tende ad indugiare in questo settore.
Despar, del resto, fa sapere che «i produttori locali, gli artigiani del cibo, che custodiscono storie uniche e si impegnano a tramandare di generazione in generazione eccellenze inconfondibili» vanno valorizzati.
I produttori si possono incontrare da oggi sono a sabato, dalle 18 alle 20. In agenda, vanno segnate anche le rappresentazioni teatrali ( « il prof. Cicerchia e il tesoro dei legumi», «le buone abitudini e i 12 cereali») da oggi a venerdì, dalle 17 alle 18, che servono, afferma l’attrice Francesca D’Este, «a fornire importanti informazioni alimentari, ma divertendo il pubblico». E poi i laboratori guidati per le scuole primarie, da oggi a sabato (ma non venerdì) dalle 9 alle 12,30; quelli per tutti, da oggi a sabato e dalle 18 alle 19; la festa «Le Buone abitudini» con rappresentazioni teatrali e laboratori guidati, il 19 marzo dalle 15,30 alle 19; e le attività ricreative, il 20 marzo dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19.
Secondo Harald Antley, del cda, «l’interesse per il sociale e per il territorio è già stato al centro dell’azione del gruppo: si pensi ai quattro milioni di euro di prodotti in scadenza donati al banco alimentare».
Ma il pubblico dei supermercati Despar, Eurospar e Interspar sta cambiando gusti?
«Di vero c’è che si consuma con più consapevolezza. Si compra di meno, anche se ultimamente le vendite si sono stabilizzate. In corso c’è un cambiamento culturale, anche nella scelta dei beni. E anche il gruppo è protagonista della svolta, con prodotti senza glutine, per esempio».
Il presidente Rudolf Staudinger è più all’antica. «A titolo personale, penso che come si mangia in Italia non lo si fa da nessuna parte. Io sono del Salisburghese. Ci sono delle cose che adoro, ma non la pizza. Comunque sia, anch’io sono attratto di più, in questo festival, dall’area dei prodotti tipici».