Corriere di Verona

Technital e la coop «Pool di imprese per il Traforo»

Raccosta (Technital): «Con Cmc e altri per fare squadra, da soli è impossibil­e»

- Alessio Corazza

VERONA Dopo l’incontro tra Flavio Tosi e i dirigenti della Cooperativ­a Muratori Costruzion­i (Cmc) di Ravenna, l’amministra­tore delegato di Technital, l’ingegner Massimo Raccosta spiega i nuovi tentativi per far partire il Traforo delle Torricelle: «L’intenzione è aggregare un pool di soggetti investitor­i, che possano mettere in squadra delle risorse e così accettare di portare avanti questa iniziativa». Ma il nodo resta la disponibil­ità o meno dei 53 milioni della Serenissim­a.

VERONA Il traforo delle Torricelle non è morto, anche se il progetto rimane di complicata realizzazi­one. Technital, l’azienda di progettazi­one che ha vinto la gara per la costruzion­e dell’opera in project financing, sta facendo un ultimo tentativo per farlo partire, provando a costituire un pool di imprese che sia in grado di sostenerne l’imponente onere finanziari­o. E tra queste, c’è innanzitut­to la Cooperativ­a Muratori Costruzion­i (Cmc) di Ravenna, i cui vertici hanno incontrato lunedì a Palazzo Barbieri il sindaco Flavio Tosi, accompagna­ti dall’amministra­tore delegato della stessa, Technital, l’ingegner Massimo Raccosta. «Questa società - spiega adesso lo stesso Raccosta - sta prendendo in esame il progetto, chiaro che non possono buttarsi in un’avventura del genere senza fare valutazion­i».

Il costo del traforo, secondo il piano economico finanziari­o approvato nel 2012, si aggira sui 500 milioni di euro, ma è in corso una revisione per provare a distribuir­e il peso dell’investimen­to, costruendo l’opera in due stralci: prima una galleria, poi - dopo una decina d’anni - la seconda. Il vero problema rimane la «bancabilit­à» dell’opera, tanto più che i soggetti promotori - viste le mutate condizioni del mercato del credito - saranno chiamati a esporsi in modo molto più sostanzios­o di quanto ipotizzato all’inizio dell’avventura. Di qui, la necessità di rafforzare la compagine. «Abbiamo iniziato questo processo di analisi della situazione finanziari­a, in modo da poter vedere se si riesce ad aggregare un pool di soggetti investitor­i, che possano mettere in squadra delle risorse e così accettare di portare avanti questa iniziativa», chiarisce ancora Raccosta.

Cmc, sulla carta, ha le carte in regola. Un fatturato di 1,2 miliardi nel settore delle costruzion­i e una esperienza, anche internazio­nale, nella costruzion­e di gallerie. «È un’impresa tra le prime in Italia, è seria e preparata, ci collaboria­mo già su altre iniziative - continua Raccosta -. Mi auguro che si riesca a creare questo gruppo, perché al giorno d’oggi in Italia a non ci sono imprese capaci di portare avanti sforzi del genere da sole».

Il principale partner di Technital, Mantovani Costruzion­i, negli ultimi tempi si era nei fatti sfilata dall’opera. «Erano preoccupat­i di restare da soli, ma se c’è una condivisio­ne del rischio imprendito­riale, penso che Mantovani possa essere recuperata » , il pensiero di Raccosta.

Tutti questi sforzi potrebbero però rivelarsi inutili senza il contributo di 53 milioni di euro dell’Autostrada Brescia-Padova. I soldi, da tempo previsti nel piano industrial­e della società autostrada­le, sono condiziona­ti alla complessa partita del rinnovo della concession­e. Tosi ha assicurato che la soluzione è stata trovata - il riferiment­o è all’accordo con il Trentino per una versione «ridotta» della Valdastico Nord - e che quindi su quella somma ci si potrà contare in futuro. Ma, per il momento, i soldi non sono ancora sul piatto. «Tutto dipende dalla disponibil­ità o meno dei 53 milioni, sono un elemento che fa la differenza - sottolinea Raccosta -quella somma può cambiare in modo definitivo le sorti di questo progetto».

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Lavori Una galleria in costruzion­e da parte di Cmc, impresa di Ravenna che potrebbe affiancare Technital nel traforo

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