Esselunga, il Tar dà l’ok E adesso il rogito dal notaio
Via libera dei giudici amministrativi alla delibera comunale. Già fissato il rogito
VERONA Il Tar del Veneto ha respinto il ricorso contro l’arrivo di una nuova sede di Esselunga di fronte alla Fiera. Il ricorso era stato presentato dai capigruppo di Forza Italia (Daniele Polato), Pd (Michele Bertucco) e Movimento 5 Stelle (Gianni Benciolini). Adesso potrà essere incassato il saldo di una ventina di milioni. Le carte sono già dal notaio, il rogito è previsto a giorni.
VERONA Il Tar del Veneto ha respinto il ricorso contro l’arrivo di una nuova sede di Esselunga di fronte alla Fiera. Il ricorso era stato presentato dai capigruppo di Forza Italia (Daniele Polato), Pd (Michele Bertucco) e Movimento 5 Stelle (Gianni Benciolini). Adesso potrà essere incassato il saldo di una ventina di milioni (6 erano già stati versati come anticipo), all’85% per le casse comunali e al 15% per quelle di VeronaFiere. Le carte sono già dal notaio, il rogito è previsto a giorni.
La sentenza è nettissima. Il ricorso viene definito «infondato» e i tre giudici spiegano perché, riandando a quella rovente seduta del 16 novembre in cui la delibera venne approvata. «L’illegittimità della decadenza di 87 loro emendamenti a causa di un emendamento presentato dal sindaco – spiegano– non può essere condivisa… e risulta corretta l’anticipazione del voto».
I giudici ricordano che «i ricorrenti lamentano la nullità della variante perché, nonostante sia stato votato l’emendamento soppressivo di un’osservazione di Polo Fieristico, nel dispositivo sono rimasti dei riferimenti al contenuto di tale osservazione» ma secondo i giudici «si tratta di un mero refuso cui l’Amministrazione sta ponendo rimedio con apposita rettifica».
Conclusione: «Il Tar Veneto definitivamente pronunciando sul ricorso, lo dichiara in parte irricevibile, in parte inammissibile ed in parte lo respinge».
Immediate le reazioni politiche. Per il sindaco Flavio Tosi siamo di fronte ad una «vera e propria Caporetto per Bertucco, Benciolini e Polato». Tosi sottolinea come «i tre capigruppo hanno cercato di bloccare un progetto che farebbe arrivare nelle casse comunali oltre 20 milioni per realizzare servizi (strade, piste ciclabili, sicurezza con videosorveglianza). Se non c’era da stupirsi di M5S, - aggiunge il sindaco - è invece del tutto anomalo che il tentativo sia stato sposato da una parte del Pd, che vorrebbe accreditarsi come forza di governo, e da Forza Italia, che si proclama in sintonia con le forze produttive. Evidentemente – conclude Tosi – Polato ha fatto prevalere l’interesse di partito, anche a rischio di bloccare lavori per le imprese e una struttura che darà lavoro a circa 200 persone».
A dar man forte al sindaco, i tosiani Salvatore Papadia e Vittorio Di Dio. Secondo Papadia «la sentenza dovrebbe portare i moderati del Pd a prendere le redini dell’opposizione lasciate fino ad ora nelle mani esclusive di Bertucco». E Di Dio aggiunge che «ora si capisce chi ha lavorato a sostegno dell’economia veronese e chi ha cercato di boicottarla».
Pacata la replica del capogruppo democratico Bertucco. «Faremo le opportune riflessioni coi legali – spiega – per decidere su di un ricorso. Sul piano tecnico – aggiunge – lascia perplessi il fatto che i giudici scrivano di un ”mero refuso tecnico cui l’Amministrazione sta ponendo rimedio mediante rettifica”, mentre non è in corso alcuna rettifica perché la giunta, al contrario, ha accolto quella convenzione della Polo Finanziario che l’emendamento del sindaco aveva bocciato».
Sul piano politico, Bertucco ribadisce infine che «noi abbiamo condotto una battaglia seria e motivata in difesa della città contro una decisione urbanisticamente dannosa e portata avanti in maniera confusa e contraddittoria».