«Bpvi, sono pronto a lasciare ma senza strappi e proclami»
Confindustria Vicenza, parla Vescovi: «Fiducia in Dolcetta e Iorio»
Si dice pronto a lasciare l’incarico in Bpvi. E a caratterizzare la sua presidenza su squadra e appoggio, sui contratti, a Federmeccanica. Luciano Vescovi, 53 anni, il giorno dopo la sua designazione a presidente di Confindustria Vicenza, ha già le idee chiare, pur se parla ancora da presidente designato. Così come, dallo scontro con Diego Caron, esce con una sua idea: «Io queste spaccature nell’associazione non le vedo».
Caron ha parlato di partecipazione insufficiente di giunta che vota senza discutere.
«Sono stati coinvolti 300 imprenditori, i Saggi hanno fatto 140 interviste, ci sono stati 4 incontri con gli associati. Numeri su cui ognuno può tirare le sue conclusioni».
Vede la necessità di ricucire lo strappo con Caron?
«Ci siamo stretti la mano dopo il voto. Abbiamo avuto un confronto duro ma leale. Ci si divide nella corsa, poi stop: per me la questione è risolta. E credo anche per Caron».
Si sente dire che i giochi veri si vedranno in assemblea.
«L’elezione, anche dopo la Pesenti, prevede una corsa interna e una designazione della giunta sottoposta all’assemblea. Il senso è: ci si confronta, ma alla fine si dà un segnale di unità. Il resto sono fantasie senza fondamenti statutari. Per carità, l’assemblea potrebbe rifiutare la proposta di giunta. Spero non vada così».
Lei ha fatto parte delle
squadre delle presidenze Zuccato e Zigliotto. Come si caratterizzerà ora?
«L’associazione ha una sua autorevolezza, la si misura nei risultati di questi anni. Poi sono diverso da Zigliotto. La prima cosa che farò sarà di chiedere alla giunta d’invitare in modo permanente nelle 16 sezioni un esponente dei Giovani. Abbiamo un problema di ’palestra’ dei giovani imprenditori. Poi c’è la squadra».
Ovvero?
«La formerò dopo l’elezione. Ma i criteri sono chiari. Non ho un’azienda né grande né internazionalizzata: ho bisogno di avere con me esponenti di questi due tipi di aziende. Ciò comporta un rinnovamento automatico. Poi la partita si giocherà sul cambiamento radicale delle relazioni industriali. Credo ci sia sintonia con i sindacati: abbiamo un modello superato».
È la linea Federmeccanica.
«Credo che quella piattaforma, basata sull’idea di distribuire il valore dopo averlo creato, sia nell’interesse di tutti. Mi sono sbilanciato e sono contento di averlo fatto».
Le critiche sui doppi ruoli con Bpvi toccano anche lei, che sta in Banca Nuova.
«Si è consumata una tragedia colossale che mi ha molto turbato, specie per l’impatto sulle famiglie. Dovremo avere il dovere civile di capire come cercare di risolvere il problema. Ho fiducia in Dolcetta e Iorio: ce la stanno mettendo tutta con i dipendenti. Dobbiamo essere al loro fianco».
Sì, ma lei?
«Farò quello che va fatto senza strappi e proclami».
Cosa intende? Lascerà?
«Certamente. Ma tempi e modi li valuterò in modo riservato con gli organi della banca. So cosa devo fare: i tempi sono cambiati. Ma non possiamo focalizzarci solo su Vicenza o Veneto Banca: nei consigli centrali di Confindustria è più facile trovare un imprenditore senza incarichi bancari che il contrario. Sul conflitto d’interessi va fatta una riflessione importante. Ho intenzione di metterla in calendario».
Nella vicende di Confindustria Vicenza pare sempre esserci un convitato di pietra: la famiglia Amenduni.
«Ne ho molto rispetto, credo non si siano interessati della corsa a Vicenza. Certo, ogni caso di grande azienda fuori dal sistema non può far piacere. Le porte sono aperte. Ma ognuno fa le proprie scelte».
E la lettera di Zamperla?
«Non mi faccia dire. Penso abbia danneggiato Caron».
Novità con la squadra Sui contratti sono con Federmeccanica Ho rispetto per gli Amenduni Credo non siano entrati nell’elezione