Unicredit, 13 miliardi di nuovi impieghi in Veneto
Offensiva a Nordest nel piano triennale. Casa, obiettivo 27 mila nuovi mutui
Tredici miliardi di euro di nuovi impieghi di qui al 2018. È l’obiettivo che Unicredit si è data per il triennio in Veneto. Ne ha parlato ieri, a Treviso, Ferdinando Natali, direttore regionale Nordest. Nel contesto del colosso bancario che raccoglie in Veneto 17 miliardi di euro di raccolta diretta e 21 di indiretta, e che ha già impieghi per 14 miliardi. E che ha visto aumentare del 22%, a 1,7 miliardi, lo scorso anno i crediti a medio e lungo termine alle imprese, e del 115%, da 196 a 421 milioni di euro, l’ammontare dei mutui ipotecari concessi ai privati tra 2013 e 2015. Sul fronte privati, il colosso bancario punta a sostenere nel triennio 27 mila famiglie venete nell’acquisto di una casa, sfruttando formule innovative di mutuo come il «Cambio casa», con cui è possibile
250 In milioni di euro, gli impieghi a breve nei primi due mesi 2016
ottenere il capitale prima della vendita del vecchio immobile, la cui cessione è affidata ad una società di intermediazione immobiliare dedicata di Unicredit, e «Mutuo giovani», che permette di erogare fino al 100% del valore dell’immobile ai clienti under 40.
Se gli impieghi rispetteranno la ripartizione consolidata fra le province venete, così come avvenuto nel 2015 andranno per il 21% a Verona, per il 19% a Vicenza, per il 14% a Treviso e per l’11% a Padova, con quote minori negli altri territori. Nel frattempo il 2016 inizia in Veneto con crescite a doppia cifra per i mutui (74 milioni, +79%) nei primi due mesi e per il credito alle famiglie (67,6 milioni, +54%), mentre gli impieghi a breve per le imprese balzano a 250 milioni (+8,8%). La raccolta aumenta
Non saremo aggressivi nella riorganizzazione delle filiali
di 553 milioni ed accelera anche il numero di clienti (+1.600 fra gennaio e febbraio). Effetto di una fuga dalle due ex popolari nella burrasca? Pare inevitabile, pur se la risposta è inevitabilmente diplomatica: «Questione delicata – si limita a rispondere Natali – e non siamo in grado di dire se e in quale misura questo sia avvenuto. Riteniamo in ogni caso che in questo territorio ci siano le condizioni per superare l’impasse». Un accenno, infine, sulla ricaduta locale del piano di ristrutturazione al 2018. «Non saremo aggressivi nella riorganizzazione degli sportelli conclude Natali.