Ultimatum alle sigle «Via i ballerini o niente integrativo»
VERONA Il taglio del corpo di ballo, con le opportune garanzie per i lavoratori che ne fanno parte, con l’obiettivo di recuperare parte dei 4 milioni necessari a rimettere in equilibrio i conti della Fondazione Arena. Il resto della somma si otterrebbe con una ridiscussione al ribasso del contratto integrativo. In alternativa, il taglio completo di tutto l’integrativo per ogni dipendente del teatro. È questa la proposta che ieri, il direttore operativo Francesca Tartarotti ha fatto alle organizzazioni sindacali. Se così non fosse e non si riuscisse a raggiungere un accordo su come recuperare i 4 milioni necessari, rimane sempre valida la minaccia di liquidazione coatta di tutta la Fondazione.
La proposta messa sul tavolo da Tartarotti non differisce di molto da quanto aveva annunciato il sindaco Flavio Tosi, assieme al Consiglio di Indirizzo, lunedì scorso. Consiglieri, sindaco e sovrintendente avevano valutato che solo in questo modo la Fondazione potrebbe avere un futuro; in particolare, la cancellazione del corpo di ballo (dieci i ballerini attualmente in organico) servirebbe a recuperare parte delle somme necessarie, ma anche a mettere al riparo la stessa Fondazione dall’obbligo di assumere i ballerini che hanno avviato cause di lavoro contro il teatro. L’alternativa proposta, cioè quella di un taglio definitivo al salario integrativo per tutti, in realtà è molto difficile che venga accettata dall’assemblea dei lavoratori: di fatto, quindi, il futuro del corpo di ballo della Fondazione Arena sembra appeso ad un filo.
Le organizzazioni sindacali si sono prese qualche giorno di riflessione per stabilire una strategia e per presentare la proposta dei vertici del teatro ai lavoratori. «Il nostro lavoro – chiariscono – è quello di cercare fino all’ultimo nelle pieghe dei conti, la possibilità di riaprire questa partita. Va detto, però, che il Cdi si è molto esposto su questa decisione e i margini di manovra sembrano essere molto limitati. Noi, però, ci impegneremo per trovarli». Sta di fatto che l’ultimatum scade martedì alle 18, quando il Consiglio si riunirà di nuovo in attesa di avere una risposta da parte di sindacati e lavoratori. Per questo, lunedì o martedì, saranno convocati in assemblea i dipendenti. «Crediamo però – ribadiscono i rappresentanti sindacali – che anche i vertici di Fondazione abbiano bisogno di più tempo per valutare in maniera approfondita, e non superficiale, la situazione. Dalla stessa Fondazione ci giungono messaggi diversi e spesso contrapposti. Ieri, sono state avanzate da parte delle Rsu decine di proposte. Purtroppo, sembra che non siano state nemmeno prese in considerazione».