«Lo specchio nero» Morozzi presenta il suo libro noir
«C’era una ragazza morta con la gola tagliata dentro una stanza con la porta chiusa dall’interno, e un uomo morto in un bagno cieco con la porta chiusa dall’esterno. L’unica persona viva tra quelle due porte era lui e soltanto lui. Lui che aveva un coltello insanguinato in mano». È così che si viene risucchiati dentro il nuovo romanzo di Gianluca Morozzi, «Lo specchio nero» (Guanda), che oggi alle 18 sarà presentato da Libre! in via Scrimiari. Bolognese, classe 1971, musicista, dal 2001 ha iniziato a pubblicare. Da «L’amore al tempo del telefono fisso» a «Blackout» a “Radiomorte”, Morozzi, con circa centomila libri venduti, è diventato un caso letterario, lo «scrittore più prolifico del mondo» con una media di due o tre libri l’anno. «Mi piace – spiega-, scrivere è il mio lavoro, ma è anche un grande piacere e un divertimento, e non mi serve molto tempo». Se in questo caso il genere è noir, le storie di Morozzo sono molto diverse tra loro. «Come scrittore sono nato – racconta -, come tutti, copiando altri scrittori per esercizio, ma cambiavo molto: passavo da Stephen King a Paolo Villaggio, un grande modello è Andrea Pazienza, fumettista che cambia con grande facilità registro e chiave narrativa. Non mi fossilizzo e non mi ripeto, è molto più divertente». Intanto in questo libro l’incipit spedisce alla ricerca non solo del «chi è stato» ma anche del «come ha fatto». «E tutte le spiegazioni ovvie verranno, ovviamente, spiazzate».