Autonomia, Roma «apre» a Zaia
Il sottosegretario Bressa: «Stiamo già valutando il dossier, risponderemo rapidamente»
VENEZIA Il governo apre alla Regione sulla trattativa per l’autonomia. «Stiamo già esaminando le carte», rivela Gianclaudio Bressa, sottosegretario agli Affari Regionali. Ma Enrico Zanetti, viceministro all’Economia: «Trattenere nove decimi di tasse? No».
VENEZIA La richiesta di avvio del negoziato sull’autonomia fra la Regione e lo Stato è approdata a Roma in tempo zero. Potenza della posta elettronica certificata che ha sostituito i bizantinismi delle raccomandate, certo, ma a quanto pare anche di un certo dinamismo politico, se è vero che la virtuale ricevuta di ritorno è già in viaggio verso Venezia. «Il governo è disponibile da subito ad affrontare la questione, tanto che abbiamo cominciato ad esaminare le carte non appena le abbiamo avute», rivela il bellunese Gianclaudio Bressa, sottosegretario dem agli Affari Regionali.
Chissà se Luca Zaia si aspettava davvero tanta celerità, quando chiudeva l’email indirizzata al premier Matteo Renzi dicendo di restare «in attesa di ricevere al più presto un cortese riscontro», ma intanto fuori sacco ricordava la clausola dei 60 giorni per la risposta. Comunque sia, Bressa annuncia un cronoprogramma piuttosto stretto, alla luce del colloquio avuto ieri sul punto col ministro Enrico Costa: «Abbiamo deciso che ci incontreremo lunedì per definire il programma di lavoro, il che significa che già nel fine settimana guardiamo e approfondiamo la documentazione. Ovviamente non sto parlando del referendum sull’autonomia, che continuo a ritenere un’invenzione politico-propagandista, ma del disegno di legge sulla trattativa, sul quale non abbiamo nessun problema a muoverci in tempi rapidi». Lo schema è già abbozzato. «Inizieremo con una prima valutazione sulla congruenza delle richieste - specifica il sottosegretario - per verificare la loro compatibilità con l’ordinamento. Questa è un’istruttoria che, per quanto accurata, non dovrebbe richiedere più di qualche giorno. Poi inizierà il confronto vero e proprio, in cui gli Affari Regionali faranno da regìa rispetto ai vari ministeri coinvolti per i singoli temi, dalla Salute all’Istruzione. La durata? Dipenderà dalla serietà del negoziato».
Al riguardo Zaia ribadisce di essere intenzionato a fare sul serio, tanto da inviare una lettera ai parlamentari e alle forze politiche, sociali ed economiche del Veneto, col chiaro intento di costituire una lobby territoriale: «C’è bisogno di un segnale forte di civiltà, di responsabilità ma soprattutto di rispetto della volontà dei nostri cittadini. Credo esista, o sia identificabile con la buona volontà di ciascuno, una “no fly zone” in cui tutti operiamo per un medesimo obiettivo, un terreno comune in cui riuscire a far prevalere l’interesse esclusivo dei veneti». Tanto che su Facebook, commentando l’apertura della dem Simonetta Rubinato espressa sul
Corriere del Veneto, il leghista chiosa: «Come vado ripetendo da anni, l’autonomia non è un problema di casacca politica, bensì una questione culturale. L’onorevole Rubinato ne è l’esempio più evidente».
E gli altri veneti a Roma? «Non posso che essere favorevole ad una maggiore autonomia - dice Enrico Zanetti, sottosegretario all’Economia (Scelta Civica) - ma chiedere di poter trattenere i nove decimi del gettito fiscale mi sembra una pretesa di autarchia che non è sostenibile». Aggiunge Barbara Degani, sottosegretaria all’Ambiente (Nuovo Centrodestra): «Basta chiacchiere, bisogna smettere di parlarci fra di noi, sedersi al tavolo e trattare con gli altri». Il Movimento 5 Stelle col deputato Federico D’Incà propone il modello svizzero, ma col consigliere regionale Simone Scarabel concede: «Auspichiamo che Zaia porti avanti il progetto di trattativa e anche il tema della macroregione». La senatrice Cinzia Bonfrisco (Conservatori e Riformisti) promette sostegno al referendum sull’autonomia: «Va proprio nella direzione di restituire centralità politica ai territori».