Corriere di Verona

Il Pd è contro Zaia «Accordo con Roma ma il referendum no»

- Sara D’Ascenzo

VENEZIA Parafrasan­do Laura Puppato, chi non vorrebbe vivere meglio? «Chi direbbe no a più autonomia? Sono sicura che perfino in Sicilia direbbero sì».

Ma dentro il Pd mai dare niente per scontato. E così anche la discussion­e sul referendum per l’autonomia lanciato dal presidente del Veneto Luca Zaia finisce per alimentare tensioni mai sopite. «Il Pd veneto non discute di questi temi da non so quanto tempo - dice il deputato Andrea Martella - non c’è nessuna decisione presa, c’è una situazione di stallo su tutto. Il gruppo dirigente del Pd veneto non può pensare che dirigere il Pd significhi solamente trasferire il tasso di renzismo da Roma al Veneto, ma fare una proposta specifica per il Veneto. Quello che fa Zaia è propaganda, penso non ci creda nemmeno lui. E’ un’ipotesi superata dalla storia, dai fatti, dalla crisi. E chi dice di interpreta­re i veneti andando dietro a Zaia finisce solo per essergli subalterno».

Il riferiment­o, per nulla velato, è alla deputata trevigiana dem Simonetta Rubinato, che ieri sul Corriere del Veneto aveva promesso al governator­e il suo appoggio su questa partita. E’ bastato fare un giro tra i compagni di partito per capire che la maggior parte del partito è per bocciare il referendum armi e bagagli. Nel nome dell’articolo 116 della Costituzio­ne, quello «vecchio» e quello uscito dalla riforma Boschi, che già prevedono forme di autonomia su alcune materie per le regioni che ne facciano richiesta.

Ed è questo quello che i democratic­i veneti più di tutto rimprovera­no a Zaia: non aver mai portato avanti una legge regionale sull’autonomia nel solco dell’articolo 116. «La Regione Veneto non l’ha mai fatto - accusa Alessandro Naccarato - ha invece preferito avventurar­si in posizioni demagogich­e, vuole solo i voti di chi chiede l’autonomia. Gioca su speranze e delusioni, ma per alcune materie come l’istruzione profession­ale, il turismo, le politiche del lavoro, potrebbe già avere forme di autonomia simili a quelle del Trentino-Alto Adige». «Il referendum è l’ennesimo spot vuoto di cui abbiamo fatto il pieno - accusa la Puppato - Zaia si è dimenticat­o che poteva chiedere l’autonomia anche quando era ministro. Invece noi dobbiamo cominciare dalle possibilit­à che ci sono, come per esempio unificare alcune aree del Paese in una macroregio­ne triveneta. E ricordo a tutti che con la riforma Boschi i parlamenta­ri veneti hanno chiesto e ottenuto di poter avere anche il sociale dentro l’articolo 116: una montagna di roba!». Il ragionamen­to passa da uno all’altro ma il coro è unanime: «Da Zaia una mossa tardiva - dice Alessandra Moretti, capogruppo Pd in regione -. Ora è superfluo spendere un sacco di milioni quando otteniamo lo stesso risultato dicendo sì al referendum sulla riforma Boschi. Con il gruppo consiliare del Pd della Lombardia abbiamo avviato una trattativa per presentare un disegno di legge sull’autonomia così come stabilito dal 116». Ma è evidente che anche questo sull’autonomia finisca per essere soprattutt­o un confronto tra bersaniani e renziani, accusati, quest’ultimi, di immobilism­o sul tema. «Il Pd veneto - dice il deputato veneziano Michele Mognato, tra i fedelissim­i dell’ex segretario - è stato incapace di avere un pensiero sui temi dell’autonomia. Il centrosini­stra in questa regione ha fatto battaglie per abolire ministeri. Walter Vanni, Massimo Cacciari, il movimento dei sindaci, rappresent­ano una cultura importante del federalism­o che oggi non esiste più: il Pd veneto non esiste. E così da una parte prendiamo botte da Bressa sulla macroregio­ne, dall’altra c’è la governatri­ce del Friuli, nonché vicesegret­aria nazionale del Pd, che vuole prendersi tutto Belluno. Zaia strumental­mente ripropone il tema del referendum e il Pd veneto che dice? Se De Menech non risponde vuole dire che è d’accordo».

E cosa risponde Roger De Menech, segretario sotto pressione del Pd? «Abbiamo una grande occasione col 116 della Costituzio­ne - dice - soprattutt­o col nuovo articolo, che parla delle aree montane, tutte quelle che ha il Veneto, non solo Belluno, e del welfare. Se vogliamo agire con coerenza questo possiamo fare». Chissà se al partito basterà. Di sicuro non basta alla Rubinato, che non demorde: «Continuo a battermi perché il Pd veneto si metta nelle condizioni di dare un’alternativ­a ai veneti. Zaia utilizza strumenti del centrosini­stra, io voglio metterlo alla prova, non dargli alibi».

De Menech L’occasione è dentro il 116 della Costituzio­n e, dove ci sono la tutela della montagna e il welfare Moretti Pronti a presentare un disegno di legge regionale con i dem della Lombardia. Voti quello

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All’opposizion­e In primo piano Alessandra Moretti, consiglier­e Pd in Regione; dietro di lei Roger De Menech, segretario veneto del partito

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