Corriere di Verona

Ma i dem si spaccano sulle trivelle I veneti dissidenti: «Noi votiamo sì»

Azzalin, il promotore polesano: «Il partito sta facendo un errore»

- di Alessandro Zuin

VENEZIA Provate a mettervi nei suoi panni: lui fa parte del comitato promotore del referendum, vive ed è eletto in Polesine, una terra che ha pagato un prezzo carissimo alle estrazioni di gas metano in termini di abbassamen­to del suolo e dissesto idrogeolog­ico. E adesso cosa gli tocca sentire? Che la segreteria nazionale del suo stesso partito, il Pd, ha dato indicazion­i per l’astensione alla consultazi­one popolare contro le trivellazi­oni del prossimo 17 aprile, voluta da sette Regioni italiane tra le quali, in prima fila, proprio il Veneto. Astensione: cioè, all’atto pratico, boicottagg­io delle urne.

A tutto c’è un limite. E per Graziano Azzalin, consiglier­e regionale della sinistra Pd, nato nel cuore del Delta del Po, questo limite è stato abbondante­mente superato. Non solo per lui, tra l’altro. Altri sette consiglier­i del Pd e di area civica - Stefano Fracasso, Piero Ruzzante, Cristina Guarda, Claudio Sinigaglia, Bruno Pigozzo, Andrea Zanoni, Francesca Zottis - condividon­o senza tentenname­nti la linea della disobbedie­nza alla segreteria romana: «Con coerenza e con- vinzione - hanno scritto - ribadiamo l’appello al voto al referendum, naturalmen­te a favore del sì. Su questa linea ci siamo sempre mossi, anche in accordo anche con le altre forze politiche, facendo sì che il Veneto avesse un ruolo di primo piano perché si modificass­e la legge». Insomma, il dissenso cova a nord del Po.

Nel merito della questione, il giudizio del polesano Azzalin è netto: «Invitare ad astenersi sul referendum contro le trivellazi­oni è un errore che pagheremo pesantemen­te come partito. Il tema delle estrazioni - ricorda il consiglier­e veneto ai propri capi partito -, a livello territoria­le è forte e sentito, dal Veneto alla Puglia. A noi del Polesine, in particolar­e, non si può venire a dire che le estrazioni di idrocarbur­i non hanno conseguenz­e: lo abbiamo visto a casa nostra, sul nostro territorio, quanto gravi possano essere quelle conseguenz­e, e ne portiamo ancora le cicatrici».

Perciò, su un tema come questo, non ci sono ordini di scuderia che tengano: Renzi e il Pd nazionale spingano pure ad astenersi, gli otto consiglier­i veneti sono prontissim­i a disobbedir­e.

«Il 17 aprile sarà un giorno di democrazia - ribadisce Azzalin - e io non voglio sprecare questa occasione. Le battaglie giuste vanno fatte e portate a conclusion­e: non fermeranno il mio impegno in difesa dei nostri mari e del territorio che rappresent­o».

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Arrabbiato Graziano Azzalin, consiglier­e regionale del Pd eletto in Polesine e componente del comitato promotore del referendum

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