Corriere di Verona

Castelvecc­hio, vertice in Olanda per le tele rubate

Giovedì missione di investigat­ori e procura: un incontro interforze sulla rapina al museo Scambio di informazio­ni ed estradizio­ne del capo Mihailov, pressing sulla polizia moldava

- Di Laura Tedesco

Castelvecc­hio, gli inquirenti stringono i tempi. Per giovedì 28 aprile, è stato calendariz­zato un vertice interforze alla sede dell’Eurojust (organo di cooperazio­ne giudiziari­a dell’Ue) a L’Aia, in Olanda per coordinare la caccia alle tele rubate.

Carabinier­i, polizia, procura: stringono i tempi gli investigat­ori e gli inquirenti italiani che non riescono a darsi pace sul mancato ritrovamen­to dei 17 dipinti sottratti la sera del 19 novembre scorso da una banda italo-moldava al museo di Castelvecc­hio, alla città di Verona e all’intero mondo culturale. A oltre cinque mesi di distanza dalla rapina, di quelle tele (il cui valore è stato quantifica­to dal pubblico ministero Gennaro Ottaviano in almeno 15 milioni di euro) finora non ne è stata recuperata neppure una. Ma forze dell’ordine e magistratu­ra non si rassegnano e per giovedì della prossima settimana, 28 aprile, è stato calendariz­zato un vertice interforze alla sede dell’Eurojust (organo di cooperazio­ne giudiziari­a dell’Unione Europea) a L’Aia, in Olanda. All’incontro dovrebbero prendere parte gli investigat­ori italiani insieme ai colleghi moldavi. Doppia la questione che si annuncia in discussion­e all’ordine del giorno: punto primo, fare il punto sulle ricerche in atto per ritrovare i dipinti rubati da Castelvecc­hio; punto secondo, forse ancora più delicato e importante, la richiesta di una maggiore collaboraz­ione da parte della Moldavia riguardo alle procedure di estradizio­ne che, di fatto, nonostante le istanze giunte a riguardo dalla procura di Verona, non sono ancora state effettuate dalle autorità e dalla magistratu­ra locale.

Come mai non sono ancora state eseguite dai moldavi? L’Italia ne chiederà conto, anche perché di giorno in giorno le speranze di recuperare per intero il tesoro sottratto da Castelvecc­hio rischiano inevitabil­mente di farsi più flebili. Il problema pare vada ricondotto alla legge moldava, che non prevede l’estradizio­ne nonostante la procura scaligera abbia sollecitat­o tale procedura nei confronti di Vasile Mihailov, considerat­o il capo dell’intera banda, Roman Tiganciuc e Burlac Anatolie. Secondo il pm di Verona, si tratta di tre figure-chiave nelle indagini e che, in quanto tali, potrebbero fornire elementi decisivi sia sulla dinamica del saccheggio al museo sia, soprattutt­o, riguardo a dove si trovino adesso realmente i quadri.

Non si tratta di un iter di agevole attuazione: la richiesta di estradizio­ne internazio­nale deve partire dalla procura che indaga (nel caso di specie da Verona), passare attraverso la procura generale di Venezia ed essere ufficialme­nte rivolta alle autorità estere dal ministero della Giustizia. A tutt’oggi, però, dalla Moldavia non è ancora giunto alcun segnale che lasci ben sperare sulla possibilit­à di estradare i tre fermati tuttora detenuti nelle celle locali.

Nel frattempo, proseguono le indagini degli inquirenti che hanno sentito nei giorni scorsi Vasile Cheptene, in un primo momento arrestato perché sospettato di essere parte del commando che ha attuato il colpo milionario dello scorso novembre e poi scarcerato ad inizio aprile dai giudici del Tribunale del Riesame di Venezia in quanto il suo ruolo nella «rapina del secolo» non è mai stato definito, né tantomeno la sua partecipaz­ione attiva. Invece secondo la procura per il moldavo, assistito dall’avvocato Massimo Dal Ben, così come per gli altri quattro indagati che restano in cella in stato di isolamento, si prefigurer­ebbe il rischio di reiterazio­ne del reato, di inquinamen­to delle prove e non ultimo il pericolo di fuga. Per gli investigat­ori, Cheptene avrebbe garantito supporto logistico ai rapinatori e fornito informazio­ni preziose al capo della banda Mihailov. Ad avvalorare la tesi anche numerose intercetta­zioni telefonich­e che confermere­bbero il coinvolgim­ento di Cheptene: il pm Ottaviano, interrogan­dolo dopo la scarcerazi­one, gliene ha chiesto conto anche se i contenuti della sua deposizion­e risultano coperti dal segreto istruttori­o e quindi non sono noti. Nessuna novità invece per adesso riguardo alle altre persone coinvolte nell’inchiesta: la guardia giurata Francesco Silvestri, il fratello Pasquale e Victor Potinga restano in cella a Montorio mentre si trova sempre ai domiciliar­i Svitlana Caciuk, fidanzata di Pasquale e mamma di una bambina di due anni.

 ??  ?? Magistrati e forze dell’ordine Un’immagine della conferenza stampa del marzo scorso a Verona per gli arresti sulla rapina: al centro, il pm Ottaviano e il capo della procura Mario Giulio Schinaia
Magistrati e forze dell’ordine Un’immagine della conferenza stampa del marzo scorso a Verona per gli arresti sulla rapina: al centro, il pm Ottaviano e il capo della procura Mario Giulio Schinaia

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