Tav, sale la protesta dei Comitati Lettera al Papa: «Salvi il Frassino»
Il ministro Delrio accelera: «Via ai cantieri». Ma piovono i ricorsi al Tar
Nuova sfida allo Stato nella battaglia contro l’Alta velocità. Il Coordinamento No Tav Brescia-Verona ha inoltrato un secondo ricorso al Tar del Lazio per impugnare il decreto 50 del ministero dell’Ambiente per l’ok dato alla verifica di ottemperanza del progetto definitivo di Cepav Due per il lotto funzionale Tav Brescia-Verona. Si affiancano al ricorso depositato nella stessa data del 22 aprile anche dai sette Comuni del Basso Garda (Desenzano, Pozzolengo, Ponti sul Mincio, Peschiera, Castelnuovo, Sona e Sommacampagna) per fermare l’avvio dei cantieri. Si alza, così, l’asticella della protesta: gli attivisti si sono anche presentati venerdì pomeriggio a Padenghe del Garda, con striscioni e bandiere per manifestare dinnanzi al ministro Graziano Delrio, (presente per l’inaugurazione della nuova piazza del paese), accusato di non concedere un incontro pubblico con la popolazione del Lago per discutere del progetto. Lo hanno inseguito anche alla sera a Castenedolo, finché hanno ottenuto un colloquio, in cui il ministro non è arretrato di un passo. Ha confermato «che il treno è partito»: «È urgente far partire i lavori della tratta tra Brescia e Verona e dico che possiamo farcela entro il 2016». La portavoce del coordinamento Marina Beatini, ieri mattina in conferenza stampa a Peschiera, ha rispedito il messaggio al mittente dicendo: «Lo dichiarò anche il suo predecessore Lupi, che dovevano partire i lavori entro il 2014 …»
Sostengono, infatti, che i tempi tecnici dell’iter rendono impossibile l’apertura dei cantieri entro il 2016. Il coordinamento, (che proprio in questi giorni ha dato vita a una associazione dal nome «Cittadini bresciani e veronesi per la tutela dell’Ambiente»), ha dato incarico all’avvocato Fausto Scappini di impugnare il decreto al Tar avviando un’azione collettiva con l’adesione di più di 50 soggetti tra associazioni, aziende, privati cittadini ed enti religiosi, aventi sede nazionale o nei comuni interessati. Tra questi anche l’Istituto Don Calabria di Verona.
Peraltro, sul tracciato Brescia-Verona c’è anche il Santuario del Frassino, con i frati già scesi in corteo l’anno scorso nelle numerose marce di protesta. Così, non sapendo più a che santi rivolgersi, hanno incaricato Angelo Polizzotto, (responsabile del comitato No Tav di Peschiera, Castelnuovo e Sona), di inviare una lettera aperta a Papa Francesco. « Lo farò nei prossimi giorni, per informarlo di quello che accadrà a questo importante monumento eretto 500 anni fa, dove è previsto venga scavata una galleria a un centinaio di metri dalle fondamenta del santuario», spiega Polizzotto. Lui che la stessa lettera l’ha già inviata, nell’ottobre 2015, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Le tante associazioni ambientaliste e non, che hanno aderito al ricorso, pongono l’attenzione su una decina di vizi procedurali che si sarebbero realizzati per l’approvazione del progetto Tav. Tra questi: «violazione dei trattati europei in materia di appalti; la richiesta di rinvio alla Corte di Giustizia Europea per violazione delle norme sull’affidamento dei lavori pubblici, nonché nullità del contratto tra Rfi e general contractor per contrarietà alle norme sull’affidamento mediante gara d’appalto; assenza della Via e della valutazione dell’opzione zero; mancata conformità del progetto definitivo alle prescrizioni del Cipe del 2003; compromissione del laghetto del Frassino sito Unesco»..