Arena e sigle, incontro all’ufficio del lavoro
Martedì l’appuntamento per le liberatorie. La Fials fiduciosa: «Fuortes ci convocherà»
Martedì pomeriggio organizzazioni sindacali e Fondazione Arena torneranno a incontrarsi per un confronto tecnico. La riunione, infatti, non sarà nella consueta sede di Fondazione, ma alla Direzione territoriale del lavoro. Sul tavolo il nodo delle liberatorie che Fondazione fa firmare ai lavoratori aggiunti come nullaosta per lavorare al prossimo Festival lirico. Nella settimana appena passata, erano stati i sindacati a proporre un incontro tra le parti, come mediazione, per arrivare a una soluzione concordata: da una parte, infatti, c’è Fondazione che ritiene di tutelarsi nei confronti di possibili future cause, dall’altra i sindacati che pongono l’attenzione sui diritti dei lavoratori. L’appuntamento tecnico è stato fissato per martedì, ma è certo che non vi parteciperà il commissario Carlo Fuortes. A guidare la rappresentanza di Fondazione Arena potrebbe essere, quindi, il direttore operativo Francesca Tartarotti. Fuortes, invece, sarà a Verona il giorno seguente, mercoledì, ma non è detto che incontri i sindacati. Per lo meno, a ieri, non era giunta nessuna convocazione alle segreterie delle quattro organizzazioni del teatro. Un ritardo, questo, che non sembra preoccupare il segretario provinciale della Fials Dario Carbone. «Credo che il commissario – spiega Carbone – semplicemente stia verificando com’è effettivamente la situazione del teatro. Starà visionando per bene i libri e i dati economici che gli sono stati sottoposti e, quando avrà qualcosa da dirci, sicuramente ci convocherà » . Il tempo, tuttavia, stringe: il 24 giugno è prevista l’inaugurazione del 94° Festival lirico dell’Arena e questo ritardo nell’incontrare le organizzazioni sindacali potrebbe sembrare di difficile interpretazione. Non per il segretario Fials che precisa: «Il vero problema della Fondazione sono i debiti nei confronti delle banche e dei fornitori. Prima dell’arrivo del commissario, si è voluto porre sotto i riflettori la trattativa e l’accordo con i sindacati, ma il nodo è sempre stato il debito. Il Consiglio di Indirizzo voleva bluffare: siamo andati al vedo e il bluff si è scoperto. Ora semplicemente, il commissario sta facendo le cose come vanno fatte. Ha chiarito fin da subito che quello è il punto: certo se le cose si facevano tre mesi, sarebbe stato meglio, ma non dipende da noi». Carbone, quindi, ribadisce la propria fiducia in Fuortes e chiarisce: «Noi vogliamo entrare in Bray e il lavoro del commissario è la nostra unica speranza. Non ha la bacchetta magica, ma potrà farci fare molti progressi».