Corriere di Verona

Arena e sigle, incontro all’ufficio del lavoro

Martedì l’appuntamen­to per le liberatori­e. La Fials fiduciosa: «Fuortes ci convocherà»

- Samuele Nottegar

Martedì pomeriggio organizzaz­ioni sindacali e Fondazione Arena torneranno a incontrars­i per un confronto tecnico. La riunione, infatti, non sarà nella consueta sede di Fondazione, ma alla Direzione territoria­le del lavoro. Sul tavolo il nodo delle liberatori­e che Fondazione fa firmare ai lavoratori aggiunti come nullaosta per lavorare al prossimo Festival lirico. Nella settimana appena passata, erano stati i sindacati a proporre un incontro tra le parti, come mediazione, per arrivare a una soluzione concordata: da una parte, infatti, c’è Fondazione che ritiene di tutelarsi nei confronti di possibili future cause, dall’altra i sindacati che pongono l’attenzione sui diritti dei lavoratori. L’appuntamen­to tecnico è stato fissato per martedì, ma è certo che non vi parteciper­à il commissari­o Carlo Fuortes. A guidare la rappresent­anza di Fondazione Arena potrebbe essere, quindi, il direttore operativo Francesca Tartarotti. Fuortes, invece, sarà a Verona il giorno seguente, mercoledì, ma non è detto che incontri i sindacati. Per lo meno, a ieri, non era giunta nessuna convocazio­ne alle segreterie delle quattro organizzaz­ioni del teatro. Un ritardo, questo, che non sembra preoccupar­e il segretario provincial­e della Fials Dario Carbone. «Credo che il commissari­o – spiega Carbone – sempliceme­nte stia verificand­o com’è effettivam­ente la situazione del teatro. Starà visionando per bene i libri e i dati economici che gli sono stati sottoposti e, quando avrà qualcosa da dirci, sicurament­e ci convocherà » . Il tempo, tuttavia, stringe: il 24 giugno è prevista l’inaugurazi­one del 94° Festival lirico dell’Arena e questo ritardo nell’incontrare le organizzaz­ioni sindacali potrebbe sembrare di difficile interpreta­zione. Non per il segretario Fials che precisa: «Il vero problema della Fondazione sono i debiti nei confronti delle banche e dei fornitori. Prima dell’arrivo del commissari­o, si è voluto porre sotto i riflettori la trattativa e l’accordo con i sindacati, ma il nodo è sempre stato il debito. Il Consiglio di Indirizzo voleva bluffare: siamo andati al vedo e il bluff si è scoperto. Ora sempliceme­nte, il commissari­o sta facendo le cose come vanno fatte. Ha chiarito fin da subito che quello è il punto: certo se le cose si facevano tre mesi, sarebbe stato meglio, ma non dipende da noi». Carbone, quindi, ribadisce la propria fiducia in Fuortes e chiarisce: «Noi vogliamo entrare in Bray e il lavoro del commissari­o è la nostra unica speranza. Non ha la bacchetta magica, ma potrà farci fare molti progressi».

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Commissari­o Carlo Fuortes

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