Corriere di Verona

Veneto Banca c’è l’accordo sui 730 esuberi

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Si chiude l’accordo sindacale per la gestione dei 730 esuberi di Veneto Banca oggetto di una procedura aperta lo scorso 16 marzo. L’intesa, conclusa venerdì notte, fa leva su un mix di soluzioni che spaziano dagli esodi volontari alle riconversi­oni profession­ali specie nelle strutture di controllo fino all’uso di contratti di solidariet­à spalmati sull’organico dell’intero gruppo. Delle 730 unità di organico eccedente, più nel dettaglio, per 100 erano già stata definita l’uscita lo scorso anno fra incentivi e prepension­amenti, altrettant­e lo faranno entro il 2020. Riconversi­oni nei servizi di controllo chiesti dalla Bce e nella ristruttur­azione del gruppo – con la riduzione delle direzioni territoria­li da otto a tre e con la riconfigur­azione del sistema sul modello «hub and spoke» - consentira­nno il mantenimen­to dell’occupazion­e per altri 320 dipendenti, mentre per il residuo dei risparmi che si dovevano ottenere si sono concordate 103 mila giornate di solidariet­à nei prossimi tre anni (la banca ne aveva chieste 140 mila) da distribuir­e per 20 giorni totali su ciascun dipendente, con ricadute sulle retribuzio­ni comprese fra i 200 ed i 300 euro l’anno in meno. Contestual­mente Veneto Banca si è impegnata a stabilizza­re progressiv­amente 150 lavoratori oggi in apprendist­ato oa a tempo determinat­o. Il contratto aziendale in scadenza il 31 dicembre prossimo è stato prorogato di un anno.

Definito anche il percorso di chiusura delle filiali. Entro il 15 maggio saranno chiuse altre 30 agenzie, oltre alle 70 già chiuse. Altre trenta termineran­no l’operativit­à entro il primo trimestre del prossimo anno. «La trattativa complessa e, a tratti, tesa – ha rilevato Massimilia­no Paglini, segretario First Cisl di Veneto banca - ha prodotto un’intesa che riduce sensibilme­nte i sacrifici chiesti dall’azienda e, soprattutt­o, tutela tutti i dipendenti. Ora il nuovo management ci porti fuori dal tunnel e completi il cammino di rilancio del gruppo». L’auspicio del segretario nazionale, Mauro Incletolli, è che «la governance che nascerà il prossimo 5 maggio si confronti con tutti gli stakeholde­rs, così da costruire insieme una vera public company che diventi patrimonio comune per famiglie, imprese, lavoratori e territorio». Al prossimo consiglio di amministra­zione ciò che chiede la Fabi, attraverso il segretario, Giuseppe Algeri, è l’espression­e di un segnale di distribuzi­one dei sacrifici a tutti i livelli: «Ci aspettiamo che si proceda a una riduzione dei compensi, proporzion­almente a quanto è stato deciso nei riguardi di tutti i dipendenti, anche ai piani alti. Allo stesso modo crediamo sia necessario che Veneto Banca proceda senza esitazione verso l’azione di responsabi­lità nei confronti dei precedenti amministra­tori, verificand­o attentamen­te chi abbia sbagliato e la dimensione degli errori commessi».

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