Corriere di Verona

I mille traditi da Veneto Banca «Restiamo uniti»

Sfila a Treviso la rabbia di chi ha perso tutto. In silenzio sotto la Torre civica per ricordare i suicidi

- Di Silvia Madiotto

TREVISO Sfilano trenta sindaci e mille risparmiat­ori che si sentono traditi da Veneto Banca. Urlano la loro rabbia, mostrano striscioni. E in attesa di Giustizia si sfogano. Sul palco si alternano politici e amministra­tori, per qualcuno piovono fischi. Il mantra di Don Torta è «Restiamo uniti».

TREVISO Stavolta hanno deciso che fare massa, mettersi tutti insieme a sfilare per le strade di Treviso, terra di risparmiat­ori e partite Iva, era il modo migliore per mostrare quanti e quanto arrabbiati siano i piccoli soci delle ex banche popolari venete. Si sentono truffati, beffati, umiliati da coloro a cui avevano affidato i soldi di una vita. Avevano accanto le associazio­ni e la politica «per la prima volta», hanno voluto sottolinea­re i mille che seguivano il corteo guidato da don Enrico Torta.

Chiamati in causa tante volte in questo anno e mezzo, erano in prima fila lungo le vie della città: trenta sindaci col tricolore, consiglier­i regionali, il governator­e Luca Zaia, tanti amministra­tori venuti a portare solidariet­à per fare squadra davanti al dramma di tante famiglie che hanno perso migliaia di euro di risparmi. Ma il popolo delle ex popolari, di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza, non è stato tollerante con loro. In piazza dei Signori, dove si erano riuniti tutti per i comizi a chiusura del corteo, la politica è stata sonorament­e fischiata.

La prima a salire sul palco è stata Marina Buffoni, assessore a Padova: «Ringraziam­o la Regione per quanto ha fatto fino ad ora». Non l’avesse detto. La piazza è esplosa, grida, fischi, accuse, non è riuscita nemmeno a finire di parlare. Don Torta ha cercato di riportare la calma ed è salito il sindaco di Treviso Giovanni Manildo: «Sono felice che questa manifestaz­ione si sia svolta in questa città, che è sempre dalla parte dei risparmiat­ori. Noi sindaci siamo qui per dimostrare a tutti la nostra vicinanza». «Troppo tardi! Troppo tardi!» gridavano lì sotto. E gridavano forte, di rabbia e frustrazio­ne. Così sono stati di nuovo don Torta e i rappresent­anti delle associazio­ni, Fabrizio Miatello e Andrea Arman, a chiedere alla piazza di fare squadra: «Abbiamo bisogno di tutti, anche di chi qualche mese fa non aveva capito la gravità di questa situazione. C’è tempo per ogni cosa, dice il detto, meglio tardi che mai. La Regione c’è stata, ha messo a disposizio­ne cinquecent­omila euro per l’assistenza legale ai piccoli risparmiat­ori. È il momento di restare uniti».

E così il governator­e del Veneto Luca Zaia è riuscito a parlare, arringando la folla in dialetto: «Non è accettabil­e che le azioni dei risparmiat­ori che valevano trenta euro ora ne valgano dieci centesimi. I risparmi di 205 mila famiglie sono stati azzerati. Senza essere giustizial­isti, bisogna dare risposte a tutti noi azionisti, ci sono azioni di responsabi­lità da portare avanti e le procure devono fare chiarezza su dati che non sono chiari. Un grande intervento a livello nazionale a questo punto dovrà arrivare, la Germania ha stanziato per le banche tedesche 350 milioni di euro. Dobbiamo dare ristoro a chi ha perso tutto».

Il corteo ha attraversa­to Treviso per quaranta minuti, scivolando con bandiere, cartelloni, striscioni enormi che denunciava­no risparmi rubati e la disperazio­ne di un futuro incerto. «Avevo messo via i soldi per la badante, ho ottant’anni, cosa farò adesso» diceva un azionista Bpvi di Borgoricco. «Se non è una truffa questa, cosa allora lo è?» si chiedeva un risparmiat­ore Veneto Banca di Scorzè. Due storie fra mille che chiedono giustizia, e lo fanno da un anno ormai.

Le due banche popolari venete, fino a poco tempo fa forti e prestigios­e, orgoglio del territorio, sono diventate Spa ed acquisite per la quasi totalità dal Fondo Atlante: entrambi gli istituti di credito hanno annunciato l’apertura di tavoli di conciliazi­one con i vecchi soci, ma per ora è l’attesa l’unica compagna. «Ora il Fondo Atlante dovrà trattare con noi – ha detto Miatello -, o i risparmiat­ori attacchera­nno il Fondo Atlante che si è preso un problema, pur non avendolo creato. Deve rispondere dei risparmi rubati». Ed è suonato il Silenzio sotto la Torre Civica illuminata dalla notte, «per ricordare chi si è tolto la vita». La Lega intanto invita i sindaci a un’azione forte: «Chiederemo ai nostri sindaci che hanno i loro cittadini coinvolti in queste vicende, cittadini che ricorrono per questo ai servizi sociali – ha dichiarato il segretario regionale Gianantoni­o Da Re – di farsi parte civile contro le banche responsabi­li di questa situazione».

Le associazio­ni Abbiamo bisogno di tutti, anche di chi qualche mese fa non aveva capito la gravità della situazione: meglio tardi che mai

Luca Zaia No al giustizial­ismo ma si devono portare fino in fondo le azioni di responsabi­lità e le procure devono fare chiarezza

Tra i risparmiat­ori Avevo messo via i soldi per la bandate, ho 80 anni, come farò adesso? Se non è una truffa questa, allora spiegatemi che cos’è

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(Balanza) La protesta Slogan e striscioni dall’interno del corteo dei risparmiat­ori

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