Balasso e Fioroni fra i vincitori del Masi 2016
L’IDENTITÀ RITROVATA Il primo ottobre la cerimonia che quest’anno omaggia l’artista Giosetta Fioroni, compagna di Parise, nel trentennale della morte, ma anche l’attore Natalino Balasso, il fumettista Lorenzo Mattotti e i due filosofi Roger Scruton e Agne
Identità come passaparola d’acciaio, che si rinnova preservando la parte migliore di sé. Il Premio Masi 2016 è una sferzata di ottimismo nel panorama fosco che l’umanità sta vivendo; un’iniezione di energia per chi è in cerca di maestri senza tempo da seguire; una lezione (con tirata d’orecchie) per i veneti che devono re-imparare a saper preservare i propri talenti, trasformandoli in cassaforti preziose del sapere per le generazioni del futuro.
Trentacinquesima edizione: un numero da grandi occasioni. Piantato, però, dentro un capitolo di storia travagliata: attentati, paure, lutti. Impensabile, dunque, allontanarsi dalla realtà. Il Masi non lo ha mai fatto, dentro la realtà ci si è sempre tuffato. E il parterre dei premiati dell’edizione 2016 lo dimostra: uno dei tre protagonisti del Premio Masi Civiltà Veneta è l’artista Giosetta Fioroni, compagna di una vita dello scrittore vicentino Goffredo Parise, proprio nel trentennale della sua morte. «Artista dalla fama internazionale, dalla straordinaria capacità di mescolare materiali e linguaggi diversi in uno stile magico e inconfondibile» è la motivazione del premio a quella che viene considerata anche una «veneta d’adozione» amatissima dal territorio.
Colori, sapori e tramonti del Nordest, d’altra parte, hanno influenzato anche l’opera di Lorenzo Mattotti, fumettista e illustratore che ha saputo imporsi all’estero, soprattutto in Francia, con le competenze e i sogni della sua gavetta veneziana. Premiato anche l’attore Natalino Balasso, veneto doc di Porto Tolle «per essere uno dei più versatili e geniali eredi della Commedia dell’Arte italiana e per la sua declinazione veneta che riesce ad esprimere in forme di irresistibile e intelligente comicità».
Nome internazionale per il Premio Masi Grosso d’Oro Veneziano che, quest’anno, viene consegnato alla filosofa ungherese Agnes Heller: «Una
delle figure più rappresentative della coscienza europeaspiega la giuria del Premio Masi - che, dall’iniziale riflessione marxista sull’etica e la famiglia, è approdata ad una appassionata e inesausta battaglia per superare i rapporti di subordinazione e di dominio fra sessi, etnie, nazioni ovunque e comunque essi si manifestino».
Infine, il Premio Masi Civiltà del Vino che va al pensatore e filosofo britannico Roger Scruton. «Scuote da decenni il mondo intellettuale con le sue appassionate polemiche - è la motivazione del riconoscimento - e, non senza provocazione, ha dedicato al vino il libro “Bevo dunque sono”, manifesto eno-culturale che ripercorre la storia e le implicazioni filosofiche di un patrimonio su cui si fonda la civiltà occidentale, esaltandone il valore, sia materiale sia spirituale».
La premiazione si terrà sabato primo ottobre: dopo la tradizionale firma della botte, nel pomeriggio, i premiati in serata saliranno sul palco del Filarmonico. «In questa 35esima edizione il Premio Masi intende riaffermare l’identità forte di un territorio, quello veneto, da sempre aperto all’Italia e al mondo - spiega Isabella Bossi Fedrigotti, presidente della Fondazione Masi e organizzatrice del Premio - un territorio inclusivo, dotato di una grande inclinazione ad attrarre talenti ed energie».
Non solo: «Da sempre il Premio Masi interpreta l’attualità dei valori delle Venezie - aggiunge l’ideatore dell’iniziativa Sandro Boscaini, vicepresidente della Fondazione Masi e presidente di Masi Agricola -, promuove il confronto e arricchisce la contaminazione culturale. In questo tempo di smarrimento identitario, abbiamo bisogno di testimoni positivi, che vivano con impegno le loro idee e il loro lavoro, capaci di proiettare i giovani in una nuova e più promettente visione del futuro. L’innovazione, infatti, deve essere strutturale, anche nella sua governance, per dare radici stabili alla nostra capacità di innovare».