Corte dei Conti, si insedia il procuratore Evangelista
«Scarano mi lascia in eredità il caso Mose, ci lavorerò»
VENEZIA «L’ex procuratore Carmine Scarano, che quando sono entrato alla Corte era già un modello per noi giovani, mi ha lasciato una pesante eredità, quella del Mose. Posso promettere che mi impegnerò al massimo perché le istruttorie siano definite quanto prima possibile». Paolo Evangelista, 56 anni, napoletano di nascita («ma ormai ho vissuto più al nord»), è il nuovo procuratore regionale della Corte dei Conti ed è già al lavoro. Viene da Trento, dove è stato procuratore per 5 anni, mentre prima aveva lavorato come pm contabile a Milano. «Ma per me ora è un’emozione finire di lavorare e vedere Venezia fuori dalle finestre dell’ufficio», sorride.
In realtà pochi giorni gli sono bastati per farsi un’idea di quello che lo aspetta. «Il Veneto è una regione peculiare, perché Venezia non è l’unico centro importante - dice - Per questo inizierò subito una serie di incontri sul territorio e la prossima settimana vedrò numerosi dirigenti della Regione. Poi vorrei lavorare in stretta sintonia con le procure della Repubblica». Nella sua concezione, la procura della Corte ha un importante ruolo anche preventivo. «Non ci sono solo le condanne, sono importanti anche le procedure correttive spiega - E anche la stampa è importante: dare le notizie delle inchieste e delle eventuali condanne può servire da deterrente e avviare un ciclo virtuoso». Anche se questo non significa che la procura, come qualcuno vorrebbe, diventi un «consulente» degli enti: «Possiamo al massimo spiegare gli indirizzi generali».
Evangelista non nega che il ruolo della Corte dei Conti è delicatissimo: «Bisogna agire con equilibrio, altrimenti si rischa la paralisi decisionale». Infine una buona notizia sullo storico palazzo dei Camerlenghi a Rialto, lasciato dalla Corte nel 2010 per un restauro che è partito con grande ritardo. «Dovrebbero finire a breve conferma - vorremmo rientrare per l’anno giudiziario 2017».