Corriere di Verona

Fondazione Cariverona, le strategie sono decise dagli organi dell’ente

- Antonio Quaglio Responsabi­le Comunicazi­one Finanziara Fondazione Cariverona

Caro Direttore, l’articolo «Cariverona, Biasi pigliatutt­o, dopo la partita UniCredit stringe la morsa sugli immobili» pubblicato ieri dal Corriere di Verona merita alcune opportune precisazio­ni. L’articolo riferisce di un nuova società - Verona Gestione - costituita per il riordino delle attività di gestione del patrimonio immobiliar­e di Fondazione Cariverona. Verona Gestione, come peraltro riportato nello stesso articolo, è attiva già da mesi, per la precisione oltre sei: in seguito a decisioni assunte dal precedente consiglio d’amministra­zione dell’ente. Ancora, l’articolo fa riferiment­o a 15 milioni come «obiettivo» di ricavo per il patrimonio immobiliar­e affidato a Verona Gestione: si tratta di un’indiscrezi­one giornalist­ica priva di riscontri. Più oltre, l’articolo si riferisce a ruoli svolti dall’ingegner Paolo Biasi - presidente di Fondazione Cariverona fino al 12 febbraio scorso - nelle recenti vicende cha hanno interessat­o UniCredit, di cui Fondazione Cariverona rimane primo azionista italiano. Come per ogni decisione riguardant­e le partecipaz­ioni finanziari­e detenute dalla Fondazione, ogni valutazion­e e decisione su UniCredit nelle ultime settimane è stata di esclusiva pertinenza degli organismi di governo in carica della Fondazione: il presidente, il consiglio d’amministra­zione e il consiglio generale. Le posizioni assunte via via dalla Fondazione come azionista finanziari­o di UniCredit - fino all’appoggio formale alla candidatur­a del dottor Jean Pierre Mustier a nuovo amministra­tore delegato - hanno avuto come finalità esclusiva la creazione delle condizioni migliori per il rilancio del gruppo e della sua valorizzaz­ione da parte dei mercati finanziari. Riguardo infine le vicende cha hanno riguardato la Popolare di Vicenza e Veneto Banca, l’articolo delinea un presunto mancato impegno da parte di Fondazione. Nei fatti il consiglio d’amministra­zione delle Fondazione, lo scorso 8 aprile, aveva maturato un interesse per un progetto d’intervento organico e di mercato nella Popolare di Vicenza (che ha sede nel territorio istituzion­ale dell’Ente) elaborato da un primario gruppo finanziari­o globale, specializz­ato fra l’altro nella gestione dei cosiddetti «non performing loans». Il progetto non è mai stato ritirato: ad esso è stato invece preferito un diverso piano di salvataggi­o «di sistema».

Le scelte «Unicredit, tutte le mosse per rilanciare il gruppo»

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