Profughi, cooperative e onlus offrono 440 nuovi posti
Aperte le buste: a Sanguinetto cento in un hotel. A Spiazzi 48, più di un terzo dei residenti
VERONA In totale sono 659, ma quelli realmente «nuovi» sono 441. Gli altri erano stati assegnati in «affidamento diretto» e sono entrati nelle buste della gara per un calcolo puramente economico. Sono i posti per i richiedenti asilo che le cooperative, le onlus e varie associazioni hanno messo a disposizione nel Veronese. E quei 441 posti, a un prezzo di 35 euro/ die per i 153 giorni previsti dal bando, valgono 2 milioni e 361mila euro.
Quasi tre milioni e mezzo se non si fa il distinguo tra «vecchio» e «nuovo». E per la prima volta ieri in prefettura sono arrivate 14 buste, per un «appalto» che di solito aveva le cifre della desertificazione. Dieci le domande ammesse, quattro respinte.
VERONA Quando si dice «da un estremo all’altro». O, in questo caso, dal (quasi) nulla al troppo. Che però, nello specifico, non stroppia. Perché quell’offerta di posti per richiedenti asilo che da sempre nel Veronese era stata deficitaria rispetto alle richieste e alle esigenze della prefettura e del Ministero dell’Interno, ieri ha conosciuto un tripudio di pretendenti. Con la conseguenza che adesso di posti ce ne sono anche troppi. Lo sa bene la commissione presieduta da Nicola Noviello, dirigente del Servizio Contabilità e Gestione Finanziaria della prefettura che ieri, con due colleghe, ha aperto le 14 buste arrivate per assegnare 324 posti. Quelli che, in un bando che ne prevedeva circa duemila, ne ha visti 1.676 assegnati in affidamento diretto.
Un sistema che evita la gara, ma che prevede anche una decurtazione di 5 euro dalla retta giornaliera di 35 euro per chi aderisce. E quindi ieri in prefettura quel fiorire di buste era dovuto in buona parte ad associazioni che ambivano ai nuovi posti, ma anche a chi le posizioni «dirette» voleva «sanarle» con il bando. Tant’è. Tra vecchi e nuovi posti, hanno passato la prima diga dei controlli prefettizi 659 «postazioni», il cui valore economico, calcolando i 35 euro di retta al giorno e i 153 giorni di servizio previsti dal bando, è di tre milioni 475mila euro. Se non si considerano quelli già occupati per l’assegnazione diretta, si parla di due milioni e 361mila euro. E ieri, all’apertura delle buste - che comunque dovranno superare la valutazione tecnica e quella economica prima della definitiva assegnazione le sorprese non sono per nulla mancate. Alla fine non solo quei 324 posti mancanti del bando sono stati coperti, ma di «nuovi» ne sono risultati 441. Un «surplus» di 117, che se da un lato per la prefettura ha la valenza di una manna dal cielo, dall’altro aprirà vari fronti di contestazione per la «collocazione» di quei richiedenti asilo.
Dalla gara sono stati esclusi - per varie carenze nella documentazione - quattro partecipanti, tra cui la famosa cooperativa Free Man che voleva portare i profughi a Quinto. Ma se in Valpantena le contestazioni saranno scongiurate dal mancato arrivo dei migranti, c’è da prepararsi ad altre zone «calde».
Il caso più eclatante è quello di Sanguinetto. A giugno erano state fatte le barricate, con la benedizione del sindaco la cui famiglia ha un ristorante confinante, contro il ventilato arrivo di 35 profughi all’hotel Paradise in via Dossa. Bene: ieri le cooperativa L’Angolo e il Quadrifoglio di Modena e Torino, la prima fase dell’aggiudicazione l’hanno passato per cento posti. Oltre tre volte tanti quelli che già avevano mosso la sollevazione popolare. La cosa fa da contraltare, ad esempio, all’ameno caso di Branchetto, in quel di Bosco Chiesanuova. Lì la onlus veronese Il Corallo ha offerto quaranta posti che in realtà ha già in «presa diretta» senza alcun rimbrotto. Otto in meno rispetto a quelli che un consorzio torinese, ammesso con riserva per un documento da integrare, ha pronti a Spiazzi, frazione di Caprino. Lì i residenti sono più o meno 120. Insomma, i migranti sarebbero più di un terzo della popolazione. Ma oltre ai luoghi e ai posti, ieri in commissione prefettizia sono emersi anche i ruoli e le «forze» delle varie realtà veronesi che partecipano alla gestione dei richiedenti asilo. Ha snocciolato trenta posti letto a Cerea, la coop Spazio Aperto che ha in gestione - tra gli altri - anche gli insediamenti «nevralgici» di Costagrande e dell’Hotel Rizzi. Ma la parte grossa l’hanno fatto due realtà che nel quarto settore veronese stanno una all’altra come il diavolo e l’acqua santa. La laica Virtus Vecamp presieduta da Gigi Fresco e la Caritas che si è presentata con il Samaritano. La prima ha passato il primo steccato della gara mettendo a disposizione ben 182 posti. In realtà 97 sono già stati assegnati con l’assegnazione diretta, ma 85 sono nuovi di zecca. Spazia dalla provincia (San Martino Buon Albergo, Tregnago. Isola della Scala, Zimella, Peschiera, monteforte, Arcole, Albaredo e Mozzecane) ma ha posti anche in città da Montorio a San Michele, dal centro a Marzana - la Virtus. Mentre il Samaritano ha la miriade delle parrocchie, a far da riferimento. A parte i 18 posti in via Mazza e i 20 al Cuam di San Massimo, sono tutti luoghi da due o tre letti, per un totale - tra città e provincia - di 85 (45 vecchi e 40 nuovi) che vengono messi a disposizione.
Adesso la gara andrà avanti e vista l’abbondanza - assolutamente inaspettata anche dalla prefettura - di offerte, si vedrà anche quella economica, al ribasso. I 35 euro giornalieri a profugo, quindi, potrebbero calare. E sarà da vedere chi riesce a reggere la sfida.
La gara Quattordici proposte per una gara di solito quasi deserta Quattro esclusi