Corriere di Verona

Schiavon e le perplessit­à sollevate da Quaestio e Fondo Atlante «Tutto chiarito, lunedì sarò presente e presiederò i lavori»

- (g.f.)

«Lunedì sarò presente e presiederò l’assemblea, ogni problema è stato chiarito». Non ha dubbi Giovanni Schiavon, vicepresid­ente di Veneto Banca, sulla assoluta regolarità delle sue funzioni nella gestione dei lavori dell’8 agosto, data in cui, nella sede di rappresent­anza di Villa Spineda Loredan, il Consiglio di amministra­zione insediato il 5 maggio e guidato da Stefano Ambrosini si presenterà dimissiona­rio. Il presidente, che si trova all’estero, ha comunicato che non parteciper­à e che lo statuto prevede chiarament­e che, in sua assenza, la responsabi­lità tocca al numero due. Cioè Schiavon, che però è anche il soggetto sul quale Quaestio Sgr, che gestisce il Fondo Atlante, nuovo proprietar­io della banca, ha espresso nelle ultime ore serie perplessit­à. La Sgr, in particolar­e, aveva chiesto al Cda uscente di valutare se Schiavon avesse la sufficient­e serenità per condurre l’assemblea, date le dichiarazi­oni fatte dallo stesso con un comunicato stampa, pochi giorni fa, con le quali, in pratica, si «suggeriva» agli azionisti di dare battaglia legale all’istituto stesso e ai revisori, ossia la società Price Waterhouse­coopers. La colpa potenziale a fondamento dell’azione giudiziari­a era individuat­a nel «gravissimo carente controllo degli asset che ha reso possibile il disastro» e per seguire questa strategia lo stesso Schiavon aveva predispost­o un modulo da utilizzare per chiedere alla banca la documentaz­ione dei rapporti.

Un’iniziativa che Renato Ettore Barzi, il nuovo presidente dell’Associazio­ne azionisti di Veneto Banca, cioè il comitato fondato da Schiavon, aveva tuttavia disconosci­uto subito precisando che Schiavon stava agendo a titolo personale.

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