Corriere di Verona

Mille doppiette contro le nutrie, gli animalisti pronti alla battaglia «Scateniamo le guardie zoofile»

- D. O.

In riva all’Adige, al Tartaro e al Mincio c’è chi sta già lucidando il fucile. Hanno aspettato due anni ma nel frattempo la polvere da sparo è rimasta all’asciutto. A fine autunno, tempo che l’erba alta lasci spazio a quella arsa dal gelo, torneranno a sparare. Di notte, prevalente­mente dalle nove di sera fino a mezzanotte. A coppie oppure a gruppi di tre persone al massimo. Il «nemico» si nasconde dentro i fossi e lungo gli argini e la sua presenza si conta a migliaia: centomila solo nella Bassa Veronese. Sembra imbattibil­e, anche se la Regione pensa di sconfigger­lo in tre anni. Obiettivo: liberarsi definitiva­mente delle nutrie.

In realtà, la nuova legge firmata a Venezia e voluta dall’assessore Giuseppe Pan istituzion­alizza quello che nel Veronese era un po’ lo status quo fino al 2014: abbattimen­ti «liberi» ma con squadre di volontari autorizzat­i. A Verona, una prassi fin dal 2001: da allora, la Provincia, che aveva la piena competenza sulla fauna, ha autorizzat­o circa un migliaio di persone. Insomma l’esercito c’è. Solo che negli ultimi ventiquatt­ro mesi molti di loro sono rimasti con le mani in mano. Cos’è successo: con la riforma Delrio la palla è passata – temporanea­mente – ai comuni, e. Da qui l’anarchia: molti piccoli centri si erano dati da fare, coordinati anche dell’amministra­zione provincial­e, altri hanno preferito aspettare, anche perché, nel frattempo, piovevano esposti e impugnazio­ni da parte delle associazio­ni animaliste. Poco o nulla, ad esempio, è stato fatto nell’ambito 5, la suddivisio­ne faunistica che va da Buttapietr­a fino a Nogara. «Qui la situazione è disperata – commenta amaramente Corrado Pasini, presidente dell’ambito – i danni agli argini non si contano, così come alle coltura di soia e di mais». Ora si ritorna a sparare, basterà? Di certo, rispetto agli anni zero, però, le associazio­ni animaliste si sono fatte più agguerrite: «È difficile impugnare questa legge - spiega Andrea Brutti, che segue questo tema per l’Enpa - ma faremo di tutto per contrastar­e un inutile sterminio. Le proposte costruttiv­e le abbiamo fatte, non le hanno prese in consideraz­ione. Attiveremo le guardie zoofile: con questa ordinanza purtroppo accadrà che venga colpito qualche altro animale, e noi saremo lì a segnalarlo, con tutte le conseguenz­e del caso».

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