L’ambasciata: «Quadri, massimo sforzo»
Castelvecchio, oggi tre mesi esatti dal ritrovamento delle tele. Protesta di FdI
Oggi saranno tre mesi esatti dal ritrovamento dei quadri di Castelvecchio, in Ucraina. Ma le tele non sono ancora rientrare a Verona. E c’è chi protesta: ieri FdI ha portato un quadro della Gioc0nda, con la faccia del sindaco, al museo per simboleggiare «la presa in giro che sta subendo la città».
Ma le diplomazie sono al lavoro: «Qui stiamo individuando i tempi di rientro che cercheremo di ridurre al minimo» promette l’ambasciatore Fabrizio Romani.
Oggi saranno tre mesi esatti dal ritrovamento: l’anniversario dei quadri di Castelvecchio, prelevati dalla polizia ucraina fra le siepi umide di Odessa il 6 maggio scorso. Le 17 tele del Museo di Castelvecchio, però, devono ancora tornare a Verona. Un «allungamento dei tempi» che provoca malumori, proteste, riunioni incrociate. C’è dà fiducia all’annuncio dei parlamentari scaligeri, che hanno annunciato il grande giorno entro l’autunno, ma la mobilitazione prosegue. Una significativa presa di posizione, nei giorni d’agosto, arriva però dall’ambasciatore italiano a Kiev Fabrizio Romani.
«La restituzione dei quadri rubati a Verona e ritrovati in Ucraina è stata al centro di recenti contatti a livello politico annuncia l’ambasciatore - per individuare, conclusi gli adempimenti tecnici, modalità e tempi di rientro, che, per quanto di nostra competenza, ci impegneremo a ridurre al minimo». Insomma, anche in loco, c’è chi non riduce il pressing per la restituzione delle pregiate tele.
Lo stesso premier Matteo Renzi, a Kiev il 10 luglio scorso, dopo un colloquio con Poroshenko, ha chiamato il sindaco Flavio Tosi per annunciare il proprio ottimismo, circa il rientro delle tele. Il primo cittadino, a sua volta, ha affermato che a questo punto sembra solo «una questione di agende»: cercare un giorno dove entrambi i premier possano presenziare alla grande festa in città per l’evento.
Le rassicurazioni verbali arrivano da più parti: anche il deputato Pd Vincenzo D’Arienzo, dopo aver contattato il sottosegretario al ministero Affari esteri Enzo Amendola, ha sentenziato: «I quadri torneranno entro l’autunno».
In città, però, proseguono le polemiche, soprattutto sul piano politico. Mentre avanza la petizione anti-Poroshenko (arrivata a 708 sostenitori), c’è chi torna in piazza a protestare. Anche usando l’ironia. È il caso di Fratelli d’Italia che ieri hanno sfoggiato a Castelvecchio un dipinto della Gioconda con la faccia del sindaco. «Sono già passati tre mesi dal ritrovamento, dei quadri neanche l’ombra - spiega Ciro Maschio, consigliere comunale e coordinatore provinciale di FdI -. Sapere che siamo nelle mani di Renzi e Poroshenko non ci fa stare sereni sul loro imminente rientro, che dicono, o meglio si spera, dovrebbe essere entro l’autunno, che comunque è già tardi».
Un ritardo che anche FdI bolla come «grave». «Visto che i quadri non sono stati restituiti, per offrire ai visitatori dei musei veronesi un’alternativa, abbiamo proposto questa versione unica della “Gioconda” che il Louvre ci ha prestato volentieri - scherza Maschio, tenendo in mano il dipinto a cui è stato affisso il viso del primo cittadino -, anche perché sanno che qui a Castelvecchio è al sicuro, ora che è stato fatto il nuovo bando per la vigilanza e sicurezza museale. E precisiamo che, per ammirare questa opera straordinaria, dovranno pagare il biglietto anche i cittadini ucraini».
Ma poco dopo si torna seri: «Non è colpa di Tosi se hanno rubato i quadri - prosegue il coordinatore provinciale di FdI -, e non è colpa di Tosi se non sono ancora stati ancora restituiti, ma è colpa di Tosi aver dato la cittadinanza onoraria della nostra città a Poroshenko, personaggio politicamente controverso, per dei meriti che non ha ancora dimostrato, visto che non ci ha ancora restituito i quadri.
Se proprio si voleva conferire la cittadinanza onoraria, sarebbe stato più sensato e dignitoso farlo lo stesso giorno della riconsegna dei quadri a Verona. Tosi è andato, inutilmente, a prostrarsi in Ucraina. Verona è una città con duemila anni di storia, che non merita di essere umiliata e coperta di ridicolo in questo modo».