Corriere di Verona

Debutta Hui He, talento d’Oriente per il Trovatore

Il soprano, già vincitore del concorso Operalia nel 2000, questa sera debutta nell’ultimo titolo in cartellone del Festival lirico: in Arena sarà Leonora «Una figura che amo e conosco bene, tecnicamen­te perfetta per la mia voce».

- Romeo

La piccola Hui He è nella sua cameretta e sta cantando una canzone. La musica è la sua più grande passione, ma lei non si illude: da grande non sarà una cantante, bensì una maestra, «proprio come mia madre». Poi, a vent’anni, la ragazza cinese comincia a studiare canto e nel 2000 partecipa al concorso Operalia di Placido Domingo, dove trionfa. «Non dimentiche­rò mai quel giorno perché ha cambiato la mia vita racconta oggi Hui He, soprano tra le più apprezzate al mondo - il mio sogno si è realizzato, ho iniziato a esibirmi nei migliori teatri del mondo».

Tra questi, ovviamente, c’è anche l’Arena, ormai una seconda casa per lei, che oggi alle 20,45 sarà la star nel debutto de «Il Trovatore» ultima opera nel cartellone del Festival Lirico, che sarà replicata il 10, il 13 e il 26 agosto, con la direzione del Maestro Daniel Oren e la regia e le scene di Franco Zeffirelli (info e biglietti su www.arena.it).

Hui He sarà Leonora, la protagonis­ta femminile, che la soprano nata a Sian conosce bene: «Ho già interpreta­to questo ruolo in Arena nel 2013 e poi a Parigi, Pechino, in Brasile e in Spagna. È un personaggi­o che amo, molto adatto alla mia voce. Tecnicamen­te è perfetto, non gli manca nulla. Per que- sto è anche il più difficile tra quelli che conosco, lo vivo come un esame di canto davanti al pubblico». Tornando indietro nel tempo, il rapporto di Hui He con Verona è sempre stato eccellente: «La prima volta in Arena è stata nel 2005,

ero Liù nella «Turandot», ricordo che sono venuti anche i miei genitori dalla Cina per vedermi. Fu una grande emozione, vinsi il premio per il miglior debutto. Ora l’emozione rimane, ma è diverso perché conosco benissimo questo posto e sento che tutti in Arena mi vogliono bene. Ormai vivo a Verona da 12 anni, ho tanti amici e preparo qui anche le esibizioni che porto fuori dall’Italia».

Piccola confession­e, il pubblico veronese è tra i più indulgenti del mondo: «Certo, mi capita di sbagliare sul palcosceni­co, ma gli spettatori dell’Arena non mi hanno mai fischiata, anzi, sono sempre stati pronti ad applaudire. Cosa che non succede sempre all’estero, per esempio in Francia criticano al minimo errore». Tra i ricordi più belli della sua carriera, quei duetti con Domingo che la portarono nell’Olimpo dei grandi cantanti lirici mondiali: «Dopo la vittoria del concorso, mi esibii insieme a lui a Shanghai, avevo

meno di trent’anni. Quello è un altro giorno che non dimentiche­rò mai, era il 5 gennaio del 2001». Ma anche la soprano che ha cantato nei migliori teatri del mondo ha i suoi cassetti pieni di sogni: «Mai sentirsi soddisfatt­i, anch’io ho dei desideri da esprimere. Il primo è quello di non abbandonar­e mai questo mestiere e di migliorare sempre di più».

Un pensiero va anche alla crisi della lirica: «È assurdo, l’Italia è famosa in tutto il mondo per la lirica, qui dovrebbe essere valorizzat­a di più. Vorrei che l’opera venisse inserita nei programmi scolastici, così i giovani avrebbero più strumenti per apprezzarl­a».

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Sul palco Hui He (a destra) questa sera interpreta Leonora ne «Il trovatore», ultimo titolo del Festival
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