I soci in procura: «Perché Zonin non è stato arrestato?»
Incontro con Cappelleri, che ribadisce: vicende diverse
«Perché l’arresto dell’ex ad di Veneto Banca Vincenzo Consoli e non quello del presidente di Bpvi Gianni Zonin? Lo abbiamo chiesto direttamente al procuratore capo di Vicenza che ci ha risposto che ad oggi non ci sono le condizioni, che le posizioni sono diverse». È durato poco meno di mezz’ora l’incontro tra il procuratore capo Antonino Cappelleri ed Enzo Guidotto e Francesco Celotto, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione soci banche popolari venete. Un secondo incontro visto che i referenti di risparmiatori e azionisti erano già stati ricevuti a febbraio. «Sono sempre a disposizione, cerco di far capire le logiche che guidano l’azione di un’istruttoria», ha commentato Cappelleri a margine dell’incontro, ribadendo che sono al vaglio le iniziative della procura romana che indaga sul tracollo dell’istituto di credito trevigiano. «Siamo sempre stati in contatto con Roma, abbiamo avuto delle consultazioni con i colleghi che sono risultati preziosi — ha aggiunto – anche perché Roma è una sede molto più esperta di noi». Eppure Cappelleri è tornato a ribadire che «l’indagine sulla Bpvi non ha alcun punto di contatto con quella su Veneto Banca»; che «ogni vicenda è una storia a sè». E pure ogni indagato. «Zonin non è nell’identica posizione di Consoli, questo Cappelleri ce lo ha chiarito — ha dichiarato Celotto —. Consoli è stato arrestato anche per il pericolo di reiterazione del reato e noi dell’associazione avevamo sempre sostenuto che il nuovo Cda in realtà era espressione del vecchio, di Consoli appunto». Anche per questo «concordiamo con la richiesta del fondo Atlante nuovo proprietario di Veneto Banca — prosegue il vicepresidente dell’Associazione soci banche popolari venete — e chiediamo che Giovanni Schiavon non presieda l’assemblea di lunedì, non essendo del tutto chiari i suoi rapporti con Consoli».