Il divieto di aprire sale slot nei pressi delle scuole ora è regola nel Piano interventi
La variante dell’assessore comunale all’Urbanistica Gian Arnaldo Caleffi al Piano degli Interventi da ieri è stata pubblicata ieri sull’albo pretorio. Questo vuol dire che scattano i 60 giorni entro cui si potranno presentare osservazioni, da presentare quindi entro il 3 ottobre.
La variante introduce una sostanziale semplificazione di una serie di procedure edilizie, ma recepisce anche la delibera del consiglio comunale sulla lotta alla ludopatia. Nel Comune di Verona, quindi, sarà vietata l’apertura di nuove sale slot o la collocazione di nuove apparecchiature nei bar e nelle tabaccherie se gli esercizi si trovano in un raggio di 500 metri da luoghi sensibili come scuole, centri giovanili, impianti sportivi, luoghi di culto parchi pubblici, caserme, cliniche, musei. Di fatto è si tratta di una moratoria: non potendo incidere sull’esistente (il danno è ormai fatto) si punta sulle aperture future. E poiché è praticamente impossibile trovare un luogo così isolato che sia così distante da una serie tanto lunga di luoghi «sensibili», a Verona non potranno aprire nuove sale slot.
La variante riguarda anche tutta una serie di altri punti che, secondo Caleffi, «porteranno un beneficio in termini di risparmio di tempo e denaro per l’esecuzione di determinati interventi». C’è la norma che permetterà di edificare le aree di non più di mille metri quadri di Sul (Superficie Utile Lorda) con un semplice permesso di costruire convenzionato in alternativa al Pua (Piano Urbanistico Attuativo), che comportava tempi molto più lunghi dovuti al doppio passaggio in giunta. In centro storico si potrà ristrutturare modificando la sagoma con la Scia (che consente di iniziare subito i lavori) anziché con la Dia che richiedeva l’attesa, per iniziare i lavori, di 30 giorni. È stata ridotta notevolmente la quantità da alberi e arbusti da piantare a fronte di un intervento edilizio: secondo Caleffi, la norma precedente era impossibile da rispettare e portava alla monetizzazione sostitutiva degli alberi non piantati, «con notevole aggravio di costi».
Per favorire il recupero dei capannoni abbandonati, soprattutto, in Zai, si potranno trasformare integralmente in uffici; consentito anche il cambio d’uso fino al 50 per cento della superficie per studi professionali, negozi e attività di ristorazione. Prevista una semplificazione anche nell’approvazione dei progetti inerenti edifici con vincolo monumentale: per porre fine ai conflitti tra Comune e Soprintendenza, si considererà il progetto conforme al Piano degli Interventi solo una volta acquisito il parere favorevole della Soprintendenza. Infine, non sarà più necessario fare approvare dal consiglio comunale la trasformazione di un edificio ad uso servizi pubblici in un altra tipologia di servizi pubblici: le due destinazioni d’uso sono verranno considerate equivalenti.
Tra le altre cose, la variante prevede poi un primo abbassamento del contributo di sostenibilità connesso a ciascun nuovo intervento edilizio.