Filobus, avanti piano Ma Amt è bloccata
Passaggio importante, ma non definitivo, quello del prossimo 10 agosto per il futuro filobus di Verona. Quel giorno si riunirà il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe) che prenderà visione della nota informativa esaminata giovedì nella riunione preparatoria del Cipe stesso (e anticipata dal Corriere di Verona ieri).
Il Cipe prenderà atto formalmente che il Ministero ha dato il suo ok al nuovo mezzo scelto da Amt dopo il fallimento della ditta che produceva il modello previsto dal progetto originario. A quel punto dovrà essere revisionato l’accordo procedimentale dell’8 agosto 2014 tra Ministero, Comune di Verona e Amt, in modo da permettere ad Amt di modificare il progetto esecutivo che tornerà quindi al Cipe per l’approvazione (si spera definitiva) dello stanziamento pubblico. Dovrebbero volerci alcune settimane, ma si vede la luce in fondo al tunnel: a quel punto i lavori potranno iniziare.
La luce in fondo al tunnel non si vede tuttavia in Amt, l’azienda chiamata a realizzare il filobus. Ieri, per la terza volta consecutiva il consiglio di amministrazione è saltato per la rivolta dei consiglieri di maggioranza Elena Sonego e Emanuele Tosi contro il presidente Stefano Ederle. Il cda di ieri, per altro, aveva all’ordine del giorno una loro richiesta di discutere la gestione dei cda (anche se Ederle sottolinea che, da statuto, questa è una prerogativa del presidente), ma con una nota - hanno ribadito che non si presenteranno ad alcun cda (facendo così mancare il numero legale) fino a quando non ci sarà «l’unanimità dei consiglieri», e quindi anche il terzo consigliere tosiano al momento in ferie. «Ma io non posso lasciare l’azienda bloccata fino al 20 settembre - protesta Ederle Anche se manca uno la maggioranza qualificata, prevista dallo statuto, c’è».
Nella loro nota, i due consiglieri sostengono che non c’è fretta di convocare il cda: il responsabile anticorruzione e trasparenza si è dimesso? Ma ha dato la disponibilità a svolgerne comunque le funzioni. E poi quella stessa posizione è già rimasta scoperta per quattro mesi, dall’inizio della presidenza Ederle. Il presidente, a leggere la nota dei consiglieri, è rimasto allibito. «Il responsabile anticorruzione e trasparenza deve esserci per legge, e non può farlo che si è appena dimesso - protesta - ed è incredibile che mi si dica che per quattro mesi non c’è stato: sono stato io, leggendomi tutti i verbali, ad accorgermi della cosa, sono stato io a risolvere il problema. Sono davvero dichiarazioni che si commentano da sole».