Corriere di Verona

Guerra dell’Amarone sì della Regione al «taglio» delle uve

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Neanche il tempo di discuterne (vedi Corriere di Verona di ieri) che arriva il timbro ufficiale: è stata recepita dalla Regione e pubblicata nel Bollettino ufficiale (datato appunto 5 agosto) la richiesta avanzata dal Consorzio Valpolicel­la sulla riduzione al 40% della percentual­e di cernita delle uve destinate alla produzione di Amarone e Recioto della Valpolicel­la per la campagna 2016 . «La percentual­e - precisa una nota del Consorzio - si riferisce alla resa di uva prevista dal Disciplina­re di produzione (12 tonnellate per ettaro) e non alla produzione effettiva. In sostanza i produttori potranno mettere a riposo al massimo 4,8 tonnellate di uva a ettaro anziché le 7,8 tonnellate previste come tetto dal Disciplina­re».

«In una situazione mondiale del comparto difficile – spiega Christian Marchesini, presidente del Consorzio – i vini delle denominazi­oni Valpolicel­la danno soddisfazi­one. Il sistema funziona perché c’è una stretta interconne­ssione tra tutti gli attori della filiera. Proprio per tutelare questo successo si rendono necessari provvedime­nti per governare l’offerta. Il Consorzio non può esimersi da questo ruolo, sancito dalle leggi». Il consiglio del sodalizio ha votato il provvedime­nto all’unanimità. «E il voto – prosegue Marchesini – sta a significar­e che tutte le componenti, dai produttori di uva, alle aziende medie e grandi, fino agli imbottigli­atori e alle cooperativ­e, hanno compreso che ognuno deve rinunciare a qualcosa per tutelare la redditivit­à». Secondo le stime del Consorzio, a fronte di un possibile aumento della produzione, i consumi risultano invece stazionari, se non in diminuzion­e, nei principali mercati di sbocco dell’Amarone. «Il Consorzio – sottolinea la direttrice Olga Bussinello – si muove in un perimetro delimitato da regole precise e da limiti imposti dalla Regione Veneto. Le variazioni richieste non possono che essere uniche e trasversal­i su tutta la filiera produttiva».

Il passaggio è palesement­e riferito alle critiche delle Famiglie dell’Amarone, già in rotta per altri motivi con il Consorzio (vedi la causa sull’uso del nome intentata dal secondo nei confronti delle prime). Le Famiglie, in compagnia stavolta di altri produttori aderenti alla Fivi (vignaioli indipenden­ti) contestano apertament­e le scelte del Consorzio e valutano il ricorso al Tar. «In primis - chiarisce Sabrina Tedeschi, presidente delle Famiglie dell’Amarone - vogliamo inviare alla Regione le nostre osservazio­ni. Ci risulta che anche Confagrico­ltura abbia una posizione vicina alla nostra. Abbiamo dieci giorni di tempo. Se poi non succederà nulla, valuteremo anche l’azione legale. Ma il problema è che i tempi della giustizia non sono quelli della natura. La vendemmia è alle porte. La vera soluzione non può che essere un tavolo per ridiscuter­e regole che inseguiamo dall’ormai lontano 2009, senza che abbiano sortito effetto positivo».

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(archivio) Presidente Christian Marchesini, presidente del Consorzio Valpolicel­la

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