Pecchia, primi compiti per casa: sistemare la difesa
Pecchia deve registrare il reparto arretrato ma scopre di avere gran potenziale davanti
Il rodaggio dell’Hellas dice che l’acceleratore funziona, mentre i freni vanno ancora registrati. Il meccanico che ha effettuato la revisione è il Foggia, squadra di Lega Pro che per organizzazione di gioco e qualità degli interpreti ha dimostrato di valere la Serie B. La prima partita ufficiale del Verona, nel secondo turno di Coppa Italia, ha avuto lo spessore che serviva per testare la crescita dell’Hellas, evidenziarne i pregi e scoprirne i difetti: «La mentalità è stata quella giusta, ma c’è molto da lavorare», il commento di Fabio Pecchia. Che si compiace per l’atteggiamento gialloblù, sempre votato alla trazione anteriore, con una sequenza in doppia cifra di occasioni da gol, e per una vittoria ottenuta con l’aggressività della manovra, in costante proiezione verso la trequarti avversaria. Ma non ignora, il tecnico dell’Hellas, certa fragilità di quei meccanismi in copertura per cui urge una quadratura.
Il Foggia, come il Verona, è formazione che pensa prima ad attaccare e poi a difendere. Così l’Hellas ha dovuto scontare qualche incertezza in fase arretrata: «La prima gara è sempre un’incognita. Ma abbiamo creato molto. Però dobbiamo concretizzare di più». C’è, nelle parole di Pecchia, la consapevolezza che il Verona, per com’è costruito, sarà sempre squadra più predisposta al rischio, alla pressione offensiva, che alla speculazione sul risultato.
Il potenziale avanzato dell’Hellas è, per la categoria, imponente. A risolvere la sfida col Foggia è stato Simoneandrea Ganz, che si è alzato dalla panchina e alla prima palla utile ha segnato il gol decisivo. Giampaolo Pazzini è alla ricerca della condizione migliore, ma il suo supporto al gioco collettivo è stato efficace, mentre la grande nota lieta della serata si chiama Davide Luppi, autore della rete del pareggio e macinatore di chilometri: «In attacco ci troviamo bene tra di noi», dice lui – non dimenticando che la batteria di punte del Verona comprende anche Siligardi, Wszolek, Gomez e, se necessario, pure Fares – abile nel guizzo sottomisura, festeggiato con l’abituale gesto del pirata, col palmo della mano portato sull’occhio alla maniera della benda di un bucaniere.
Il pubblico del Bentegodi ha gradito, la risposta dei tifosi al botteghino resta abbondante (gli abbonamenti sottoscritti sono 9382), le perplessità su una difesa perforabile si allentano in attesa che il direttore sportivo dell’Hellas, Filippo Fusco, chiuda nuove operazioni di mercato. Là dietro piace sempre Nicolò Cherubin, ma con il Bologna, titolare del cartellino del giocatore, occorre accordarsi per il pagamento del suo stipendio, fuori misura per il Verona. Guglielmo Stendardo, in forza all’Atalanta, è un’idea più sfumata.
Il prossimo incrocio di Coppa, con il Crotone, aggiungerà altre risposte. Sull’argomento, peraltro, va precisato che la data della gara è in dubbio. Si dovrebbe giocare nello stadio della squadra calabrese, ma lo «Scida», è in ristrutturazione. Il 13 agosto la partita non si potrà disputare sul neutro di Pescara, visto che lì è impegnata la formazione di casa. E l’inversione di campo non è possibile, visto che nella stessa data, a Verona, sarà di scena il Chievo. Slittamento più che probabile, dunque, mentre la sede dell’incontro è da stabilire – non è da escludere che sia Cosenza, opzione tuttavia residuale per ragioni burocratiche – e novità sono previste entro domani.
La gara Prossimo turno con il Crotone la data è in dubbio: Bentegodi occupato