Filobus , il Pd attacca il Comune «Il Cipe chiede certezze, Tosi latita»
Rotta: non hanno ancora spedito il parere. La Paglia: punti critici
«Caro Comune, sei solo tu che ti devi dare una mossa per la realizzazione del filobus». Documenti alla mano, il Pd dà la sveglia all’amministrazione nei giorni in cui l’opera vive passaggi cruciali al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe): la prossima riunione è fissata il 10 agosto e in tale occasione si prenderà atto formalmente dell’okay già dato dal Ministero al nuovo mezzo scelto da Amt, dopo ol fallimento della ditta che produceva il modello previsto dal progetto originario.
Per il Pd, a Roma l’iter del filobus è chiarissimo: «Esaminando le carte in tempi brevissimi e pazientando oltre ogni limite dettato dal buon senso sulle mancanze e sui ritardi del Comune, questo governo ha dato ampia dimostrazione di avere a cuore i temi del trasporto pubblico e della mobilità sostenibile».
«Da Roma non ci sono ostacoli di nessun genere al proseguo dell’opera e alla scelta del veicolo alternativo full electric, come peraltro confermato da quanto emerso dalla seduta del pre Cipe del 4 agosto - spiega la deputata Alessia Rotta -. Il Cipe però vuole che, dato il forte ritardo nel far partire l’opera (è dal 1996 che è stato concesso il finanziamento), venga ridefinito l’accordo procedimentale tra Comune, Amt e Mit che stabilisca tempi certi per la conclusione dell’opera».
La richiesta è chiara: «Quello che ancora manca è una cabina di regia comunale - spiega il consigliere di amministrazione Amt Giulio Saturni - capace di tenere costantemente attivati e coordinati i diversi settori e le varie competenza che risultano necessarie al completamento di un’opera che è strettamente interrelata con lo sviluppo della città, a partire da Agsm, il cui parere è arrivato solo ieri, passando per la Provincia e arrivando ad Atv». Per il Pd serve approntare il piano della mobilità cittadina e quello del trasporto pubblico «tenendo conto che il filobus comporterà importanti modifiche strutturali destinate a cambiare abitudini e comportamenti di veronesi e turisti». Il Comune, come testimonia l’opposizione, «deve ancora rispondere ad Amt sul recepimento di alcuni elementi relativi al progetto esecutivo del primo stralcio dei lavori consegnati ormai sette mesi fa, il 18 gennaio, che di fatto stanno impedendo l’inizio del cantiere».
Nel dettaglio, il Pd, rimarca le situazioni più critiche del tracciato. «Ad oggi manca ancora la validazione del progetto esecutivo nel suo complesso e il prolungarsi delle soluzioni ai problemi attiene principalmente a mancanze del Comune come ad esempio la bonifica dell’area della Genovesa dove è previsto il deposito del filobus spiega la consigliera Elisa La Paglia -. Il Comune, socio al 100 per cento di Amt di cui ha nominato presidenti e direttori negli ultimi nove anni, non ha ancora sciolto nodi importanti e critici come Città di Nimes, la strettoia di San Paolo, i parcheggi scambiatori, l’impatto della filovia sulla viabilità di via Mameli per cui manca completamente un’analisi delle modificazioni del traffico».
E ancora: «Lo sviluppo commerciale di Verona Sud non è stato pianificato e coordinato con il trasporto pubblico, altra occasione persa di attenzione ai quartieri - conclude La Paglia -. Anche il mancato ribaltamento del casello di Verona Sud, anche parziale, limiterà l’utilizzo del parcheggio della Genovesa e del filobus. Questo non è trasporto integrato. Il sindaco cominci ad occuparsi delle richieste del Ministero per l’erogazione dei fondi e faccia la sua parte».