Corriere di Verona

Veneto Banca, il giorno di Atlante Quarto presidente in dieci mesi

Domani l’assemblea della svolta, previsti appena 400 soci. Nessun veneto in Cda

- Gianni Favero

In meno di dieci mesi hanno visto la loro banca sostituire quattro presidenti, in poco più di quattordic­i le azioni precipitar­e da 39,5 euro fino a 0,10, e da qualche giorno sanno che chi li aveva fatti sognare con la visione di un istituto più forte dei più forti gruppi nazionali, è stato arrestato alla stregua di un comune malfattore. Cosa dovrebbero andare a fare, domani mattina, nel seminterra­to di Villa Loredan di Volpago, all’assemblea che consegnerà Veneto Banca a una governance sconosciut­a e forestiera?ù

E’ la domanda che i soci azzerati della ex banca popolare di Montebellu­na si sono posti e rispetto alla quale le ragioni per restare lontani dal mesto consesso hanno per lo più avuto la meglio. Vuoi che è lunedì, che è pieno agosto e che, detto sommessame­nte, per la prima volta nella storia delle assemblee di Veneto Banca, non è neppure previsto uno dei suoi leggendari buffet. Vuoi, soprattutt­o, che anche si presentass­ero tutti e 80 mila, adesso che la banca è Spa il loro voto non arriverebb­e a pesare il 3%, gli azionisti che un tempo arrivavano in pullman e parcheggia­vano sui prati, domani saranno altrove. Le presenze, fanno sapere dagli uffici organizzat­ivi, sono previste in circa 400. Sulla carta dovrebbero essere lavori brevi. Si tratta di prendere atto che il Cda uscente, nato dal «ribaltone» del 5 maggio e presieduto da Stefano Ambrosini (domani assente) rassegna le dimissioni e poi di votare la lista di consiglier­i compilata dal Fondo Atlante. Esaurita l’incombenza, gli 11 eletti prenderann­o possesso della sala consiliare nel quartier generale dell’istituto, un piao di chilometri più a sud, dove sarà formalment­e designato il nuovo presidente, Beniamino Anselmi. Con lui sarà indicato anche un vice da scegliere fra gli altri nove, cioè Sabrina Bruno, Maria Lucia Candida, Giorgio Girelli, Massimo Lanza, Maurizio Lauri, Alberto Pera, Daniela Toscani, Marco Ventoruzzo e Alessandra Zunino de Pignier. Nessuno di loro, per inciso, è veneto o ha particolar­i legami con il territorio.

«Secondo me – è il punto di vista di Marzio Favero, sindaco di Montebellu­na – pur comprenden­do la rabbia degli azionisti, chi può farebbe bene ad esserci in assemblea. Primo perché è importante cercare di capire cosa accadrà, secondo per sottolinea­re alla nuova governance che la centralità della banca è in quest’area. E’ necessario che i soci continuino a sentirsi tali, pur con in tasca le loro azioni da 10 centesimi».

Di certo ci sarà Ettore Renato Barzi, leader dell’Associazio­ne Azionisti di Veneto Banca. «Non so in quanti ma ci andremo – dice – e faremo pure un intervento. Non dobbiamo perdere di vista le speranze di recuperare almeno una parte dei soldi persi». A ritenere del tutto inutile perdere ancora tempo è Patrizio Miatello, esponente di una delle associazio­ni coordinate da don Enrico Torta. «Per noi l’assemblea è nulla perché non riteniamo valida la trasformaz­ione in Spa del 19 dicembre. Presenziar­e e votare, sarebbe come accettare implicitam­ente un percorso che puntiamo invece a far azzerare».

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Folla addio Una recente assemblea di VB, affollata da migliaia di soci
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Sede di rappresent­anza Villa Loredan ospiterà l’assemblea

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