Evadono 7,6 milioni: maxisequestro
Nei guai un imprenditore e la moglie. È il primo provvedimento del genere in provincia
Dovevano allo Stato 7,6 milioni di euro ma, nonostante le condanne e le sanzioni non hanno più presentato una denuncia dei redditi. Nei guai una coppia dell’Est Veronese, marito e moglie, lui imprenditore a capo di diverse aziende. La guardia di finanza di Soave ha sequestrato loro oltre cinquecentomila euro tra conti correnti e quote di partecipazione, oltre sei fabbricati, quattro auto e terreni. Per il tribunale si tratta di soggetti «fiscalmente pericolosi».
VERONA Evasori accertati. «Totali», almeno per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi, dato che non veniva presentata da sei anni. Il tutto mentre su di loro pendevano già delle condanne per questo reato, con sanzioni pecuniarie comminate nel 2006, 2008 e nel 2014: in tutto si calcolano siano debitori verso l’erario di 7,6 milioni di euro. Una questione, la loro, di famiglia: marito e moglie, lui titolare di alcune imprese della Val d’Alpone. Nei giorni scorsi la coppia è stata colpita da un nuovo provvedimento: un conspicuo sequestro di beni, tra cui immobili e terreni nei comuni di Vestenanova e di San Giovanni Ilarione.
Nel dettaglio, i finanzieri del comando provinciale di Verona e della compagnia di Soave, hanno provveduto a sequestrare sei fabbricati con relative pertinenze, diciotto terreni agricoli e boschivi e quattro automobili. Inoltre sono state ritirate le quote di partecipazione in quattro società di capitali nonché i saldi attivi dei sei conti correnti intestati alla coppia per un valore complessivo pari a oltre 533mila euro. Nonostante le operazioni per combattere le evasioni fiscali non siano certamente una novità in provincia, è la prima volta che nel Veronese viene applicata questa modalità, prevista dal codice Antimafia. Certo, non si tratta di criminalità organizzata e associazione mafiosa in senso stretto. Semplicemente, il nuovo codice permette di agire in via preventiva verso quelle persone che, a seguito di alcune indagini vengono definite «fiscalmente pericolose» ossia dediti a traffici illeciti e che si sostengono grazie ad attività ritenute dannose per la collettività. Si tratta quindi di un’azione che ne preannuncia altre: probabilmente alla coppia verranno contestati nuovi debiti nei confronti dello Stato rispetto a quelli già accertati. Nei confronti di marito e moglie pesano, inoltre, precedenti per truffa, appropriazione indebita e ricettazione. Da quanto emerge dalle prime indagini sembra che i due mantenessero un alto tenore di vita, nonostante le dichiarazioni dei redditi nulle e i procedimenti sanzionatori a loro carico.
Il sequestro è stato emesso in settimana dal tribunale, che ha accolto la richiesta del pm Angela Barbaglio. Questo provvedimento, benché inedito, si somma a una serie di sequestri e condanne che hanno interessato l’Est Veronese negli ultimi anni: in particolare in Val d’Alpone erano stati identificati, in passato, come evasori, alcuni titolari di ditte conciarie. Qualche mese fa, non lontano da Soave aveva subito un sequestro il titolare di una serie di ditte di costruzioni. È ancora in corso, infine, il processo a carico di Giovanni «Lolo» Montresor, imprenditore di Bussolengo, accusato di essere un «evasore totale».