Corriere di Verona

Gli Ibis imparano a migrare: primo volo sulle Alpi

Partiti da Salisburgo, gli uccelli sorvolano le Alpi. Unico partner italiano del progetto europeo il Parco Natura Viva che, a sua volta, ospita 15 esemplari Sette i giovanissi­mi nati in primavera. Un giorno anche loro torneranno a casa

- S.M.D.

Irari uccelli con il nome del famoso poemetto di Ovidio sono in viaggio.

Il ritorno a casa degli Ibis è iniziato ieri: sorvoleran­no il Veneto, probabilme­nte volando sul Veronese e sul Veneziano: un’operazione internazio­nale, partita da Salisburgo, che vede il parco Natura Viva in prima linea sia come unico partner italiano dell’operazione, sia come parco «ospite» di altri 22 Ibis, di cui 15 adulti e 7 giovanissi­mi, nati proprio nell’aprile di quest’anno e destinati al prossimo tentativo di rientro.

«È partita un’ora fa dal campo di addestrame­nto di Camp Brunn di Salisburgo la terza migrazione guidata dall’uomo per la reintroduz­ione in natura dell’Ibis eremita -annunciava ieri a metà mattinata Cesare Avesani Zaborra, direttore scientific­o del Parco Natura Viva di Bussolengo, unico partner italiano del progetto cofinanzia­to dall’Ue «Reason for hope», condotto dal gruppo di ricercator­i austriaci del Waldrappte­am -. Il Waldrappte­am ha previsto quest’anno di sperimenta­re nuove correnti al passaggio sulle Alpi e analisi del sangue per gli animali nel corso delle tappe».

Anche quest’anno le mamme adottive precedono a bordo di due deltaplani a motore ventisei giovani Ibis: in vista dell’inverno, Anne-Gabriela Schmalstie­g e Corinna Esterer stanno conducendo gli uccelli verso l’Oasi di Orbetello, affinché questi possano memorizzar­e la rotta di migrazione e tornare autonomame­nte in Austria con le temperatur­e mi-

ti della «Entreranno prossima primavera.in Italia fra qualche giorno volando sul Passo di Vizze, per scendere verso Belluno, tenersi ad oriente e attraversa­re gli Appennini in Umbria - continua Avesani Zaborra - ma molto dipende dalle temperatur­e e dalle condizioni meteorolog­iche».

L’obiettivo del progetto prevede 120 Ibis eremita in grado di migrare autonomame­nte entro il 2019. Fino ad allora avverrà una migrazione guidata dall’uomo ogni anno. Fra gli animali interessat­i dal progetto, unico nel suo genere, anche il gruppo ospite allo zoo scaligero che, grazie agli esperti, verrà piano piano educato al ritorno a casa.

Estinti in Europa da 400 anni a causa della pressione venatoria, gli Ibis eremita non hanno più nessun esemplare adulto selvatico dal quale poter apprendere la rotta di migrazione: interviene dunque l’uomo, a tentare di riparare al danno commesso.

L’altra novità riguarda il monitoragg­io dello stato di salute degli esemplari: «Dopo due voli lunghi - spiega Johannes Fritz, capo progetto del Waldrappte­am - abbiamo pianificat­o il prelievo di sangue di alcuni uccelli, al fine di ottenere una migliore comprensio­ne della regolazion­e fisiologic­a e ormonale dei voli di migrazione. I dati sono raccolti in collaboraz­ione con diverse università in Austria, Germania e Svizzera». È possibilit­à, per tutti, seguire la migrazione sul sito “LiveTrack2­4”.

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Liberi Gli Ibis che ieri hanno iniziato la migrazione sulle Alpi, grazie agli operatori di Waldrappte­am
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