Baita, Minutillo e il tentativo di scalare A4 Holding Ma Degani si smarca: «Sempre attenta coi lobbisti»
VENEZIA La scalata di Mantovani nelle autostrade. Le ambizioni dell’allora presidente del colosso delle costruzioni, Piergiorgio Baita, di arrivare nella stanza dei bottoni, A4 Holding. Lo scontro feroce tra il (fu) sindaco di Padova Flavio Zanonato e la (fu) presidente della Provincia Barbara Degani. C’è tutto questo, nelle intercettazioni registrate dalla Guardia di Finanza tra il 2010 e il 2013 nell’ambito delle indagini sul Mose, e più precisamente negli ultimi mesi del 2011 quando Baita, dopo essere entrato nella moritura Venezia-Padova perfeziona l’acquisto dalla Provincia di Padova anche delle quote della Brescia-Padova, soffiandole al Fondo F2i di Vito Gamberale.
Con un aspetto di particolare interesse: l’ascendente che lo stesso Baita, per il tramite di Claudia Minutillo, ex assistente dell’ex governatore Galan poi divenuta sua socia in affari, riesce ad esercitare su Degani nei giorni decisivi della vendita. O almeno così lasciano intendere Baita e Minutillo nelle loro conversazioni, perché l’ex presidente della Provincia smentisce categoricamente: «Ho sempre avuto grande attenzione in quegli anni nel rapportarmi con certi portatori di interessi».
Tant’è, forse allora i due millantano quando il 31 ottobre 2011, un mese e mezzo prima che Degani annunci pubblicamente la chiusura della trattativa per la vendita a Mantovani delle quote della Brescia-Padova di proprietà della Provincia (era il 19 dicembre), si accordano per dare all’oggi sottosegretario all’Ambiente disposizioni su come comportarsi nell’assemblea della concessionaria autostradale: «Dovrà sapere cosa deve fare» dice a Baita Minutillo, che si riferisce a Degani col vezzeggiativo di «Barby». Minutillo in quei giorni chiama ripetutamente Degani per aggiornarla passo passo della strategia di Baita (tempistiche dell’offerta comprese) e rassicura quest’ultimo sull’efficacia delle sue relazioni: «Con Giorgio Carollo (ex coordinatore regionale di Forza Italia vicinissimo a Degani che lo chiamò a ricoprire l’incarico di direttore generale in Provincia, ndr.) io ho un canale stradiretto».
Ci sono però due ostacoli da superare. Il primo è l’offerta di Gamberale, che Baita risolve con un offerta superiore a F2i («Se gli facciamo una lira in più di quello che gli offre Gamberale non può dire di no». Minutillo: «Così Barbara sarebbe salva»). Il secondo è politico e riguarda lo scontro tra Degani e Zanonato, affiancato dal sindaco di Vicenza Achille Variati, che accusa Degani di aver rotto l’accordo di vendere le azioni dei tre enti pubblici a pacchetto, per sfilarsi e trattare separatamente: «Il problema di Zanonato e di Variati è problema loro, noi non siamo tenuti a saperlo… no?» dice Baita. «Si fa con la porta che si ha» replica Minutillo.
L’ex presidente di Mantovani s’incontra anche con Zanonato («Due ore…» di discussione) che però è furioso, minaccia di andare in procura e denunciare Baita per turbativa d’asta ma soprattutto dichiara una guerra feroce a Degani: «Devo fargliela pagare» avrebbe detto a Baita che subito telefona a Minutillo: «Avvisa la Barbara». Quest’ultima replica che andrà a sua volta all’attacco sull’ospedale ma Baita le suggerisce che no, è meglio cannoneggiare Zanonato sul quote della Brescia-Padova: «Diglielo alla Barbara, se vuole gliela scrivo io la risposta, nella sostanza». Minutillo: «Me la mandi, gliela porto, credo sia la cosa migliore perché bravo come te in queste cose non ce n’è nessuno».
Un mese più tardi si perfeziona la vendita della quote tra Provincia e Mantovani ma anche successivamente i tre restano in contatto, Minutillo chiede a Baita se Degani deve presenziare o meno in assemblea della Venezia-Padova, se deve astenersi, se deve far mancare il numero legale, Baita arriva a chiedere gli ordini del giorno di entrambe le concessionarie per controllarli e comunicare a Degani l’atteggiamento da tenere sui diversi punti.
«Ricordo benissimo la vicenda della vendita delle quote della Brescia-Padova – commenta l’ex presidente della Provincia – e ricordo che noi, a differenza del Comune che poi andò a trattativa privata con Gamberale, una volta ricevuta l’offerta di Mantovani decidemmo di riaprire l’evidenza pubblica. Tra l’altro Mantovani minacciò perfino una causa se non avessimo tenuta in considerazione la sua lettera. Un processo durato mesi che si concluse con un incasso per l’ente di 46 milioni, 2,5 in più di quelli previsti dalla base d’asta andata deserta. Se prendevo ordini da Baita e Minutillo? – continua Degani -. Dopo la vendita ci fu un periodo di transizione in cui io nei cda rappresentavo una quota non più di proprietà della Provincia ma di Mantovani. Mi pare naturale chiedere all’effettivo proprietario come intenda comportarsi».
Infine il rapporto con Minutillo: «La conoscevo bene certo, tramite Forza Italia e la comune esperienza in Regione, ma io ho sempre cercato di usare la massima cautela nei rapporti con i portatori d’interessi del Veneto di quegli anni. Non so se Claudia millantasse in privato un potere su di me che non è mai esistito».