Corriere di Verona

Pagamenti in ritardo, governo contro Cgia Gli artigiani: «Replica surreale»

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VENEZIA Secondo il Ministero dell’economia e delle finanze i tempi medi di pagamento per i beni e i servizi acquistati dalla pubblica amministra­zione, grazie all’obbligo della fatturazio­ne elettronic­a, si sarebbero ridotti dagli 82 giorni nel periodo 1 giugno 2014 – 31 maggio 2015 ai 54 calcolati nei dodici mesi successivi. Ma la valutazion­e, per la Cgia di Mestre, è «surreale».

L’associazio­ne artigiana, che ieri aveva evidenziat­o come l’Italia, con 131 giorni di ritardo nel saldare i conti ai fornitori, fosse la meno virtuosa nella classifica dei 27 paesi Ue, fa notare come il Ministero non abbia mai comunicato, nonostante le richieste, a quanto ammonti il debito in questo senso della Pa. «Nella prassi sta succedendo che vengono pagati in tempi ragionevol­mente brevi le fatture di importi minori, mentre si stanno allungando i tempi delle fatture di importi con cifre importanti. Abbiamo l’impression­e – aggiunge la Cgia - che su questa vicenda il ministero dell’Economia sia in evidente difficoltà. Infatti, se fossero diventati cosi virtuosi come dicono, perche mai la procedura di infrazione dell’Ue contro l’Italia per i ritardi con cui la nostra Pa salda le fatture non è stata ancora ritirata?».

Per il Ministero i 54 giorni derivano da una media fra i tempi di pagamento dello Stato (41 giorni), delle Regioni (38), del Servizio sanitario nazionale (70), degli Enti locali (44) e degli Enti pubblici nazionali (32). Secondo Bruxelles i pagamenti vanno fatti in 30 giorni ed in 60 per le spese sanitarie. La fatturazio­ne elettronic­a riguarda poco più della metà della ‘montagna’ di fatture, anche per problemi di trasmissio­ne dagli enti interessat­i, ma, secondo il Mef, i dati dimostrere­bbero che «i tempi si stanno progressiv­amente riducendo non essendo ancora perfettame­nte allineati a quelli previsti dall’Europa».

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