Corriere di Verona

Arriva l’Inter e Sorrentino si riprende il Chievo dopo il divorzio burrascoso

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VERONA (m.s.) L’uomo del déjà vu. Dove l’hai già visto? Qui, un po’ di tempo fa, sono passati tre anni e mezzo riempiti dai Puggioni, Bardi, Bizzarri. Della serie: veni, poi (fuori dal latino) andai e tornai. Dentro Chievo-Inter c’è la partita di Stefano Sorrentino, il suo riaffaccia­rsi a Verona come titolone dell’estate. Ultima, non ultima, col Chievo: 12 gennaio 2013, a Bologna. Andò via poco dopo, fu un divorzio acido, poi la pace, l’addio al Palermo (da capitano) e adesso: Chievo-Inter, 21 agosto 2016. Riallaccia i guantoni sull’Adige, Sorrentino, e un discorso, cominciato nel 2008 e interrotto di brusco.

Firmava col Chievo quando il Chievo si riprendeva la A. Rilevava, presto, il posto di Lorenzo Squizzi, figura di casa clivense che adesso l’allena (2005-2014, da giocatore) e dice di aver ritrovato «il Sorrentino che conoscevo, gran lavoratore, forte dell’ulteriore esperienza acquisita». Un discorso, quello di Sorrentino a Veronello, lungo 166 partite, maglia più indossata in carriera dopo Palermo (120) e Torino (98): di quelle 166 fanno 50 senza subire gol, media di una su tre, stesso trend (ma su distanza più breve) bollato da Albano Bizzarri. Dall’argentino, migrato al Pescara dopo l’alta fedeltà con Rolly Maran, Sorrentino riceve oggi il testimone che ben conosce. È la concretizz­azione dell’idea del presidente Luca Campedelli, sua l’operazione, suo il desiderio di rivedere Sorrentino a guardia della Diga. Dichiarava al raduno, Sorrentino, seduto vicino a capitan Pellissier, classe ’79 come lui, Dainelli e Sardo: «Ai tifosi chiedo di giudicarmi sul campo». Lo disse perché c’è, con una fetta di supporter, della ruggine. Strascico di quel vecchio divorzio burrascoso, già cicatrizza­to da lui e Campedelli, non del tutto da quel North Side ch’esponeva uno striscione di poco bentornato, a fine maggio, in via Galvani.

Dentro Chievo-Inter, dunque, può esserci anche dell’attrito, là da qualche parte, sugli spalti. «Io penso che il tempo metterà a posto le cose e spero in un’atmosfera tranquilla, dove il bene del Chievo sta prima di tutto», è l’atmosfera che s’augura Squizzi, la conoscenza con Sorrentino fatta ai tempi del vivaio Juve, quello con cui il portiere di Cava de’ Tirreni, in queste ore, studia Icardi, Banega, Eder e tutti gli altri pungiglion­i nerazzurri. Dentro Chievo-Inter, insomma, ci sono anche i 90’ del numero uno (in maglia 70). Un’altra voce a quel capitolo «come back» (tornare, all’inglese) che nel Chievo trova esempi recenti negli Acerbi (2011-12, gennaio 2013), Obinna (200508, gennaio 2014) o Pinzi (2008-2010, estate 2015). Poi, volendo, ci sarebbe anche il capitolo dei ritorni solo vagheggiat­i: vedi Perrottae Yepes. Nomi grossi. Come Sorrentino. Che da domani sera è nuovamente capofila nella distinta gialloblù.

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Portiere Stefano Sorrentino

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