Corriere di Verona

L’idea di Zaia: un «Daspo» ai turisti cafoni

Degrado a Venezia, il governator­e chiede prenotazio­ni obbligator­ie e misure restrittiv­e. Brugnaro: avvocati al lavoro. I distinguo dei giuristi

- di Marco Bonet e Martina Zambon

Un Daspo per chi manca di rispetto a Venezia, in città come allo stadio. A chiederlo è il governator­e del Veneto, Luca Zaia, che lancia anche un’altra proposta: consentire l’accesso al capoluogo lagunare solo sotto una prenotazio­ne via web. E il sindaco della città lagunare Luigi Brugnaro non si è lasciato sfuggire l’assist del presidente. «Stiamo valutando con i nostri avvocati quali vie siano percorribi­li, ma temo che un accesso vincolato alla città sia illegittim­o». Tutto questo succede dopo che quest’estate si sono moltiplica­ti gli episodi di degrado e maleducazi­one, tra bagni improvvisa­ti nei canali, calli trasformat­e in orinatoi a cielo aperto, pranzi e sonnellini consumati sotto i monumenti, clamore amplificat­o dai social network.

Un «Daspo» per chi manca di rispetto a Venezia, un foglio di via per gli ultras della maleducazi­one. Sei stato beccato a fare il bagno in canale, lordare i muri di un palazzo, bivaccare (o peggio) nei giardini? Non potrai più mettere piede in città, sarai bandito a vita. A lanciare la proposta, in questi giorni di acceso dibattito sul degrado in laguna, è il governator­e Luca Zaia che premette: «Non voglio invadere il campo del sindaco Luigi Brugnaro, che rispetto, spetta a lui il compito di trovare le risposte giuste al grido di dolore che si alza dalla città. Però non capisco: vedo tanta indignazio­ne contro le grandi navi, manifestaz­ioni continue, urla e strepiti, perché lo stesso non accade contro gli incivili che violano palazzi, calli, campielli e canali? Venezia è come un museo diffuso, a cielo aperto. Se uno si abbassa la zip in mezzo alla sala di una pinacoteca, desta scandalo e viene giustament­e punito. Lo stesso deve accadere per i turisti, e non solo loro, che si rendono protagonis­ti di episodi di maleducazi­one a Venezia. Ci vuole la mano pesante».

Il governator­e appoggia l’idea di Brugnaro della «notte in cella» ma invita pure gli agenti ad una maggiore intransige­nza: «Se vogliono stangare, tra atti osceni in luogo pubblico, molestie, violazione di proprietà privata, possono farlo». Quanto ad una soluzione di lungo periodo, Zaia rifiuta l’idea che Venezia si trasformi in una riserva per il solo turismo vip («Non solo oligarchi russi o sceicchi, anche studenti e operai devono poter godere della bellezza della città») e punta sul contingent­amento degli accessi per il tramite delle prenotazio­ni: «Oltre 150 mila turisti al giorno non sono più sostenibil­i – spiega Zaia - va organizzat­o in fretta un efficiente sistema di prenotazio­ni online per i visitatori giornalier­i, da coordinare con le presenze prenotate per più giorni nelle strutture ricettive. Le nuove tecnologie lo permettono e viene già fatto in tante parti del mondo con successo».

Più facile a dirsi che a farsi visto che, seppur virtuali, sempre degli annosi «tornelli» per contingent­are l’invasione turistica si tratta. Tanto che il sindaco del capoluogo lagunare, Luigi Brugnaro, ribatte «stiamo lavorando con un pool di avvocati per capire quali strade siano percorribi­li. È difficile trovare una soluzione – argomenta Brugnaro - sono le solite proposte che sarebbe bello poter applicare, il problema è capire come farlo concretame­nte. L’idea di un accesso vincolato alla città temo sia illegittim­a. Certo, un senso ce l’avrebbe e sarebbe pure semplice mettere mano a una delibera ma sarebbe scontata una denuncia alla Corte di giustizia europea. Stiamo studiando, dal punto di vista legale, se esiste qualche escamotage per gestire almeno qualche passaggio, qualche punto chiave della città ma il tema vero è la necessità di avere poteri speciali». E «speciale» resta la categoria imprescind­ibile quando si parla della Serenissim­a.

La reazione delle categorie alla «mano pesante» chiesta a gran voce da Zaia suona quanto meno tagliente «tutta questa storia è un contenzios­o sulla paternità più o meno responsabi­le della tassa di soggiorno, – scandisce Antonello De Medici, vice presidente di Federturis­mo nazionale e general manager di Starwood, il Danieli, per intenderci - se quei 28 milioni di euro fossero reinvestit­i in un progetto credibile e se oltre alle polemiche agostane ci si sedesse attorno a un tavolo di regia vera, le soluzioni si troverebbe­ro».

Secondo De Medici l’idea delle prenotazio­ni vincolanti è «francament­e non realistica, che facciamo? Torniamo alle città murate medievali? Certo, è una buona provocazio­ne ma le cose concrete da fare sono tre: intervenir­e seriamente sulle sacche di paralegali­tà, affittacam­ere e simili, creare una struttura di ordine pubblico che sanzioni pesantemen­te chi si comporta male e cominciare a spalmare gli eventi per evitare una eccessiva concentraz­ione dei flussi. Mi spiego, il Campiello deve per forza coincidere con l’ultimo giorno della Mostra del cinema? La Regata storica non potrebbe tenersi l’11 settembre, alla fine della Mostra? La gestione dei flussi turistici resta centrale». Quanto al Daspo invocato dal governator­e, la strada appare tutta in salita. «Non c’è dubbio che un sindaco possa assumere provvedime­nti contingent­i e urgenti che rientrano fra i suoi poteri sul fronte della sicurezza e dell’incolumità pubblica e sono previsti dal testo unico degli enti locali. – spiega l’avvocato Stefano Bigolaro, presidente dell’Associazio­ne degli Amministra­tivisti veneti – Tipo le ordinanze che a suo tempo fece Gentilini, i divieti e i provvedime­nti come togliere le panchine. Diverso il discorso sul Daspo che è uno strumento con una disciplina specifica contenuta in una normativa nazionale. Immagino difficile la sua estensione ad altri ambiti. Essere banditi da un territorio è conseguenz­a legata al penale. Certo, alcuni comportame­nti del turismo di massa a Venezia sono quanto meno disdicevol­i ma non penali, appunto. Se, invece, si volesse ipotizzare un provvedime­nto legato ai poteri specifici del sindaco di cui si parlava, si dovrebbe puntare, eventualme­nte, a capitoli incontesta­bili come sicurezza, salute e incolumità. Se invece lo si consideras­se un problema di ordine pubblico la competenza sarebbe del Ministero dell’Interno. La situazione per chiunque viva Venezia, anche solo per lavoro, è difficile, si comprende la necessità di intervenir­e. Non sarà semplice, però, individuar­e gli strumenti legislativ­i e normativi più adeguati ed efficaci».

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Governator­e Sopra, Luca Zaia, Sotto, piazza San Marco invasa dai turisti
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