SVILUPPO, IL PATTO VENETO
Il fatto che le categorie economiche e il sindacato maggioritario si siano accordati per ragionare insieme sullo scenario del Veneto e un programma coerente di cose da fare per andare oltre la crisi #Arsenale2022 – non è solo una notizia buona, ma eccellente. Si può solo auspicare una forte inclusività. Non solo riferita a chi non ha aderito tra le importanti organizzazioni o alle rappresentanze professionali. La questione dei saperi è cruciale. Per «Anticipare il futuro» come sostengono Alberto De Toni e Roberto Siagri le esperienze di successo passate non solo vanno criticate, ma vanno esplicitamente abbandonate. Le imprese che hanno immaginato innovazioni radicali si sono affidate a think tank esterni se non eterodossi per «shakerare» trend emergenti, segnali deboli e big data, senza e a volte contro gli schemi di successo del passato. I sottoscrittori di #Arsenale 2022 hanno sottolineato, in sede di presentazione, il grande valore del federarsi e di procedere in via sussidiaria: invece di fare predicozzi alla politica che cosa concretamente si può fare negli ambiti e per le responsabilità di loro competenza. E’ una scelta molto apprezzabile, considerando che ambiti e competenze non sono né poche né poco importanti. Pensiamo a contrattazione, produttività, redditi e welfare complementare. Tuttavia va segnalato un rischio che può condizionare l’efficacia del percorso.
Di una cosa possiamo essere certi sul futuro del Veneto, anche sulla scorta di tutte le regioni europee più avanzate e competitive, e in assoluta discontinuità con il miracolo economico del passato: per il nuovo ciclo di sviluppo durevole ci vorrà una fortissima interdipendenza tra i soggetti di mercato e una Pubblica Amministrazione efficiente e competente. Questo è uno snodo ineludibile. Per Pubblica Amministrazione si intende non solo Regione, ma Stato, Europa e Comuni, sperabilmente aggregati o fusi. In questa prospettiva c’è un tema di scenario che è prioritario, perché può aiutare sia il percorso sussidiario che quello di sfida alla PA, e quindi alla politica. E già rappresenta una sfida al dimensionamento organizzativo territoriale delle associazioni: un’idea del territorio veneto trasformato dalla crisi. Ormai vi è una diffusa condivisione che esso non può più articolarsi per le attuali Province e Comuni; che vanno attrezzate metropoli «policentriche», che va contrastato lo spopolamento e la decadenza delle aree interne e della montagna, che alcune infrastrutture (TAV e Pedemontana) ridisegnano le distanze fisiche. Rafforzando la dimensione metropolitana e la Pedemontana si fornisce una bussola per superare le province, unire i Comuni e ristrutturare le Camere di Commercio in funzione del nuovo assetto, riducendole di numero e specializzandole nei rispettivi contesti. E su questo le associazioni di #Arsenale2022 potrebbero dire molto, e da subito, sia sui grandi investimenti pubblici economici uscendo da una logica localistica; sia, finalmente, per fare chiarezza su una rigorosa «divisione del lavoro» tra categorie e CCIAA per i servizi alle imprese.