Mose, le barriere ancora non funzionano «Ma è solo un problema di pulizia»
I commissari: «Opera sperimentale, normale servano alcune correzioni»
Il video, che ieri l’ufficio stampa del Consorzio Venezia Nuova ha riproposto sul sito www.mosevenezia.eu, risale al 26 maggio scorso. Con il metodo del time-lapse, cioè la ripresa accelerata, si vedono le paratoie della schiera di Lido Nord – finora è l’unica delle quattro del Mose ad essere stata completata – che si alzano un po’ alla volta, fino a creare quella fila gialla che chiude la laguna e terrà al riparo Venezia dall’acqua alta. Quello che il video non fa vedere, anche perché avviene sotto acqua, è che, quando poi si sono dovute abbassare le paratoie per farle ritornare nei loro alloggiamenti, un paio di queste si sono «incastrate». Invece di arrivare a quota zero, si sono fermate una ventina di centimetri sopra, bloccate da uno strato di sabbia eccessivo che si era depositato sul fondo del cassone. Così come le analisi eseguite dal Consorzio avrebbero rilevato già un arrugginimento delle cerniere, cioè l’elemento che collega le paratoie ai cassoni e che è cruciale per il funzionamento, visto che sarà sottoposto a un enorme sforzo in fase di sollevamento.
Com’è ovvio si sono scatenate le polemiche, soprattutto di fronte a un’opera che costerà 5 miliardi e mezzo e che dal 4 giugno 2014, il giorno della «grande retata» che ha svelato al mondo le mazzette e il malaffare che giravano intorno al Consorzio, è nel mirino di tutti. «Il Mose ha enormi problemi di manutenzione e di gestione dell’opera che si riveleranno sempre più nel tempo», attacca Stefano Boato, membro della commissione per la Salvaguardia di Venezia, nominato dal ministero dell’Ambiente.
Ma chi il Mose lo sta portando a conclusione, compreso il pool di commissari voluti dal governo e dal presidente dell’Anac Raffaele Cantone e guidati da Luigi Magistro, gettano acqua sul fuoco. «Allo stato attuale non è emerso alcun tipo di problema che metta a rischio la funzionalità del Mose», dice Magistro. Sia lui che il presidente del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche Roberto Daniele spiegano che si tratta al massimo di un problema di pulizia degli alloggiamenti, che peraltro già prevedono un rialzo che crea uno spazio vuoto destinato ai sedimenti. «Le prove servono proprio a questo, a mettere a punto le procedure - afferma ancora Magistro - Le paratoie erano rimaste giù per quasi due anni, durante i quali non era stata eseguita quella pulizia che invece sarà costante quando il Mose inizierà a funzionare».
«E’ tutto sotto controllo, si tratta di problemi del tutto minori e superabili con una semplice pulizia», aggiunge Daniele. Entrambi, all’unisono, ribadiscono poi un concetto che parte dal nome dell’opera: «Molti dimenticano che la “S” di Mose sta per “sperimentale” - spiegano - E’ tutto nuovo, quindi man mano si verificano gli effetti e si prendono i provvedimenti». Idem per la questione-ruggine. «Sono verifiche che al massimo rilevano per la manutenzione - continua Magistro - Ci possono dire che serve pulire più spesso».