Veneto Sviluppo, la Regione vuole fare causa agli ex
Mandato all’assemblea per l’azione di responsabilità. Investimenti sbagliati nel mirino
Un prestito obbligazionario convertibile da 5,4 milioni e la partecipazione all’aumento di capitale per altri 300 mila euro. È per queste due operazioni, condotte fra 2010 e 2011 da Veneto Sviluppo a favore di Cis Spa, che ora la Regione vuole chiedere il conto agli ex vertici della propria finanziaria. Ieri la giunta veneta ha infatti approvato una delibera che impegna il rappresentante dell’ente, in occasione dell’assemblea dei soci del prossimo 5 settembre, a votare a favore dell’azione di responsabilità nei confronti del Consiglio di amministrazione all’epoca guidato da Francesco Borga.
L’argomento è stato inserito all’ordine del giorno dall’attuale presidente Massimo Tussardi su espressa richiesta della stessa giunta regionale. Il governatore Luca Zaia e il suo vice Gianluca Forcolin, titolare della pratica, intendono infatti andare a fondo delle perdite registrate nel bilancio 2012 di Veneto Sviluppo, anche sulla base delle considerazioni «inerenti le rettifiche di valore relative agli investimenti in Cis Spa dal Nucleo polizia tributaria di Venezia della Guardia di finanza». Come si può leggere nel documento contabile di quell’anno, infatti, il prestito obbligazionario convertibile emesso dalla partecipata si sarebbe rivelato disastroso per le casse della finanziaria: «L’attività di monitoraggio ha evidenziato un comportamento insolvente da parte dell’emittente rispetto alla scadenza contrattuale delle cedole, determinando l’avvio di azioni legali a tutela dei propri diritti di credito». Secondo Palazzo Balbi, non solo questo esborso da 5,4 milioni di euro, ma anche quello da 300 mila nella ricapitalizzazione della società veronese avrebbero contribuito a causare una perdita d’esercizio pari a 8,3 milioni nei conti di via delle Industrie.
Ma cos’era Cis? Si può parlarne al passato, visto che di fatto la Compagnia investimenti sviluppo di Villafranca di Verona, costituita per implementare progetti immobiliari e infrastrutturali, è in fase di liquidazione. Nell’ambito di un accordo di ristrutturazione concordato con il tribunale, Veneto Sviluppo durante la gestione di Giorgio Grosso ha ottenuto il riconoscimento di un credito di quasi 5 milioni sui 9,8 complessivamente investiti, un terzo del quale godrà di una corsia preferenziale nei tempi di pagamento. I problemi causati da queste operazioni erano già emersi nella scorsa legislatura regionale, tanto da finire al centro anche di sedute e interrogazioni. Ora la politica chiede agli amministratori di allora di risponderne. «Preferisco aspettare prima di parlare», si limita a dire Borga. Con lui nel Cda, già messo in mora dalla Corte dei conti insieme a quelli di Irene Gemmo e Marco Vanoni, sedevano anche lo stesso Vanoni, Giampietro Zannoni, Fabrizio Stella, Pietro Gallimberti, Roberto Bissoli, Antonino Ziglio, Ferdinando Brandi, Roberto Gazzola, Alfredo Checchetto, Antonio Rigon, Daniele Pirondini e Cristiano Vincenzi.