Giorgia, il nuovo miracolo veneto «Salvata scavando con le mani»
Quelli che nascono dopo il terremoto
Il pigiama è pieno di polvere; è intero, ma non riesce più a coprirla, non è adatto, non è mica da star fuori casa. La bombola si attorciglia su di lei, le serve ossigeno. Giallo, rosa, e poi qualcosa di pallido, che viene dal buio.
Nuovo miracolo dei vigili del fuoco di Venezia, che insieme all’équipe del Suem 118 di Mestre hanno estratto dalle macerie la piccola Giorgia, 7 anni, dopo sedici ore di ricerche (nella foto). All’Aquila avevano salvato Eleonora, rimasta sotto i resti della sua abitazione ben 42 ore. «Ora speriamo dimentichi». Il video del soccorso ha fatto il giro del web, commuovendo l’Italia. «Ora sta bene» è la rassicurazione dei suoi soccorritori veneti.
Il primo miracolo lo avevano compiuto nel 2009, a L’Aquila, estraendo viva dalle macerie di un edificio di cinque piani e a 42 ore dal sisma Eleonora Calesini, studentessa 20enne di Rimini. A Pescara del Tronto, mercoledì, i vigili del fuoco di Venezia si sono ripetuti, tirando fuori dalla sua cameretta ormai ridotta in polvere Giorgia, una bambina di 7 anni rimasta sepolta 16 ore. La sua storia ha commosso l’Italia. Sette anni fa i pompieri veneti avevano lavorato con i colleghi di Cuneo, stavolta con quelli marchigiani e con i cinofili del Friuli ma soprattutto con l’équipe medica specializzata inviata insieme a loro dal Suem 118 dell’ospedale dell’Angelo di Mestre, composta dal dottor Nicola Bortoli, anestesista, e dall’infermiere Michele Pomiato. L’emozione è stata la stessa e il racconto è a due voci.
«Erano le 17.30, stavamo operando con la squadra Usar, formata per le ricerche sotto le macerie — racconta uno dei pompieri lagunari, Matteo Carretto — la zona a noi assegnata, nella quale veniva segnalata la scomparsa di bambini, è particolarmente ostica, perchè in pendenza. Un pendio ormai ridotto solo a macerie e per di più la casa della bimba si trovava nella zona più isolata, nemmeno servita dalla strada ma raggiungibile salendo una scaletta in cemento. All’improvviso i cani l’hanno fiutata e noi abbiamo scavato con le mani per recuperarla. Probabilmente stava cercando di scappare quando l’abitazione è crollata. Il terremoto non perdona edifici come questi, costruiti in muratura quando ancora non c’erano le norme antisismiche: quando cadono, si sbriciolano. Ma per fortuna quel materiale si riesce a rimuovere anche senza mezzi». «Intorno alle 19.15 sono spuntati due piedini — ricorda il dottor Bortoli — pensavamo di aver trovato un bambino privo di vita, invece era caldo, così come la terra circostante. Allora abbiamo provato a chiamare e una vocina ci ha risposto: era una bambina, Giorgia, di 7 anni. Le abbiamo messo una flebo per reidratarla e dopo qualche minuto, con grande delicatezza, i pompieri l’hanno estratta e pulita. Era completamente ricoperta di sabbia. Ha iniziato a parlare, chiedeva dell’acqua, aveva sete, era disidratata e tendeva ad assopirsi, ma i parametri vitali erano buoni, era orientata, muoveva braccia e gambe e respirava bene. Per fortuna non aveva alcuna sindrome da schiacciamento, probabilmente le ha fatto scudo il corpo della sorellina di 10 anni, che era sopra di lei, purtroppo senza vita. I genitori erano già stati ricoverati in due ospedali diversi — chiude l’anestesista —. E’ stata la nostra prima paziente e averla trovata viva ci ha dato la carica per continuare». «Una volta stabilizzata e identificata, abbiamo fatto una gran corsa per portarla all’ambulanza che l’ha trasportata all’ospedale di Ascoli, dove poi è stata operata — ricorda Carretto —. Ora sta bene ma temo che la parte più complicata per lei sarà elaborare il trauma. Ci vorrà tempo per superare il grave choc, probabilmente avrà bisogno di un supporto psicologico. Ma almeno potrà continuare a vivere». «L’augurio è che possa dimenticare tutto», dice Angelo, un altro pompiere, che l’ha restituia alla luce dal buio delle macerie.
«È stato un successo triste — aggiunge Carretto — in me la gioia per aver restituito alla vita Giorgia convive con l’amarezza della morte della sorellina. Da genitore è dura vedere altri papà e mamme costretti a riconoscere le salme dei figli. E qui i bambini uccisi dal terremoto sono tanti, lo scenario di distruzione è molto grave, non abbiamo trovato altri sopravvissuti. Anzi, proprio adesso stiamo recuperando con l’aiuto dell’elicottero una vittima. Questa zona d’Italia è una meta di vacanze e seconde case, se il terremoto fosse avvenuto tra un mese non ci sarebbero stati tanti morti. Invece adesso era piena di turisti e di bimbi lasciati ai nonni».