Al forte austriaco rievocazione storica con nozze vere
Da oggi a domenica, a Peschiera, c’è «Opera Sesta»: tre giorni immersi nella vita di 150 anni fa, fra esercitazioni militari, case di tolleranza e pane fatto in casa. Con una sorpresa: due rievocatori si sposeranno per davvero, in costume
Osteria, sala delle sguattere, panificio militare, prigioni, esercitazioni. E pure un matrimonio (vero) con carrozza, picchetto d’onore e brindisi a base di assenzio.
Siamo nel 1866 e il Veronese è parte integrante delle fortezze del quadrilatero.
Già, perché da oggi, per tre giorni a Forte Ardietti, fra il confine di Peschiera e Ponti sul Mincio, si tornerà indietro di 150 anni in tutto e per tutto: almeno un centinaio di figuranti di «Opera Sesta» (il nome deriva dall’antico nome della fortificazione, un tempo chiamata appunto, Opera Campale Sestae) il lavoro certosino degli organizzatori della rievocazione storica che fa rivivere la fortezza nell’anno dell’annessione al Veneto, regalando al pubblico un lungo weekend di intrattenimento culturale e folcloristico.
«All’ingresso verrà data al pubblico una cartina con tutte le attrazioni, organizzate ad ogni angolo del Forte - spiega Andrea Seves, uno degli organizzatori -: ci saranno ben due osterie, un angolo delle dame, la stanza delle cameriere, le cucine dove si preparerà il pane: anche per le famiglie con i bambini che verranno a vederci, sarà molto istruttivo vedere tutto il processo di panificazione in loco». Ma non solo: «Ci sarà un locale con il dottore, dove si porteranno le barelle con i feriti di guerra prosegue Seves -, zone per le esercitazioni, dove i soldati si prepareranno per eventuali attacchi, un angolo dove si terranno lezioni di scherma.
Verrà organizzata una caccia al tesoro, mentre le guide del fai saranno a disposizione della gente per le visite guidate».
Ma la finzione si mescolerà alla realtà, oggi. Particolarmente intensa la prima giornata, infatti, che, alle 18, vedrà la celebrazione di un matrimonio civile fra due rievocatori, Serena Marchetti e Diego Pradella, celebrata dal sindaco di Ponti sul Mincio Giorgio Rebuschi. «Io e il mio fidanzato partecipiamo alle rievocazioni storiche da più di dieci anni, si può dire che siamo più in abiti d’epoca che in vestiti normali - spiega Serena -, l’idea, dunque, ci è venuta spontanea. I parenti? Sono felicissimi, alla cena che seguirà ci saranno sessanta ospiti, ma naturalmente prevediamo tavoli anche per turisti e curiosi».
Il vestito? «Naturalmente sarà alla Sissi, con un corpino
molto stretto e una ruota larghissima - prosegue Serena non so nemmeno come farò a scendere dalla carrozza. Avrà anche una pettinatura con le trecce. Sarà tutto fedele all’epoca. Anche il menù: goulash ungherese, assenzio, monte veronese». Ma anche antipasti tricolore per quella che sarà una vera e propria «Cena del Risorgimento» oltre che un banchetto nuziale.
In serata altre attrazioni e l’apertura di una casa di tolleranza. Sabato e domenica, però, non si creda di riposare dalle fatiche festive della sera prima: cannonate ed esercitazioni, domani, saranno intervallate da un processo alla fine del quale i disertori verranno fucilati. In serata gran ballo. Mentre domenica nuova, e ultima giornata, fra vita di caserma, osterie e salotti.